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Primo Piano

(Video) Napoli Comicon 2011

(Servizio: Daniela Sasso – Video: Carlo Maria Alfarano)

Anche quest’ anno Castel Sant’ Elmo ospita, dal 29 aprile al 1° maggio, Napoli Comicon, il Salone internazionale del fumetto, giunto alla sua XIII edizione. Una rassegna di eventi, mostre, concerti, incontri e proiezioni che hanno come comun denominatore il fumetto.
Filo conduttore del Salone, da questa edizione e per le successive che verranno, è il tema “Il fumetto incontra le altre arti”. In tale ottica, assume rilievo di primo piano la mostra “La nona. Sinfonie nell’ arte fumettistica” che analizza il rapporto tra la musica ed il fumetto considerato, appunto, la “nona arte”. I collegamenti tra la musica ed un’ arte apparentemente muta come il fumetto non sono poi così scontati, eppure sono sempre stati stretti ed interessanti e sono sempre più attuali: proprio di recente c’ è stata una proliferazione di tanti libri a fumetti che vedono per protagoniste le musiche e le vite di musicisti, oppure ci si è imbattuti in musicisti che si sono prestati alla nona arte o viceversa. Senza voler trascurare, poi, la storica e continua connessione tra le due arti, che si registra attraverso le copertine degli album musicali. Su questa scia si colloca, infatti, un’ altra importante mostra-evento del Salone, realizzata da Carmine d’ Onofrio, dedicata alla “Cover Art” ed articolata in un’ esposizione delle copertine degli album musicali ideate e realizzate da disegnatori. Proprio il lavoro grafico, eseguito a regola d’ arte, che si affianca alla musica – nelle copertine o nei libretti interni degli album – è ciò che rende il prodotto musicale – il disco – un oggetto d’ arte, un progetto di comunicazione sintonizzato sulle istanze artistiche del tempo. Spesso, l’ illustrazione grafica completa un album, non solo dal punto di vista concettuale – fornendo un’ immagine alla musica – ma anche dal punto di vista più propriamente estetico, diventando un’ icona indimenticabile.
Altra mostra del Salone che analizza il rapporto musica & fumetto s’ intitola “Zigo Stella Heavy MetaLove”. E’ la storia di un viaggio onirico, fumetto/esposizione dell’ autore milanese Maurizio Rosenzweig.
Mentre Zigo fa ritorno a casa, tra le varie identità che assume durante il trip, c’è soprattutto quella della più grande rockstar del mondo. Le tavole della mostra tracciano un percorso musicale che illustra la storia dell’ heavy metal partendo dal blues di Robert Johnson, passando per i Beatles e i Led Zeppelin, fino ad arrivare ai Venom, raccontando lo strano rapporto che tutti questi gruppi hanno avuto con l’esoterismo e che ne collega gli stili e le intenzioni.
Non soltanto fumetto e musica tuttavia, ma anche fumetto e pittura – nella mostra dedicata ad uno degli autori storici della produzione fumettistica italiana, Aldo di Gennaro – e fumetto e letteratura, nella Biblioteca di Guido Crepax.
Un occhio di riguardo, nella mostra, viene dato anche alla produzione fumettistica rivolta ai più piccoli.
La rivista trimestrale Colors, appartenente alla Benetton, ha presentato, in occasione del Salone, un numero innovativo: per la prima volta, sono stati completamente abbandonati i tradizionali reportage fotografici che l’ hanno sempre caratterizzata, per essere interamente sostituiti da pagine di fumetti. Il sottotitolo provocatorio “Superheroes” indaga, infatti, vicende di eroi comuni di Paesi e realtà disagiate – caratteristica distintiva della rivista è, da sempre, il trattare quelle tematiche che investono il “resto del mondo” – attraverso ben dodici storie a fumetti, realizzate da autori provenienti da tutto il globo, tra cui si segnala l’ italiano Alberto Ponticelli.
Da alcune interviste realizzate nel corso dell’ evento, è emerso, da parte dei rappresentanti di questo settore, un forte sentimento di malcontento e di sfiducia, generati dai tagli politici effettuati al settore dell’ editoria, nello specifico e a quello della cultura in generale; tagli a seguito dei quali, sia produttori che fruitori, spesso, si vedono costretti a compiere scelte anche forzate, ai danni dell’ “industria culturale” italiana stessa.

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