Tutti per di Matteo, tranne la politica
NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – Arrivano anche dall’America latina immagini di solidarietà al pm di Palermo Nino di Matteo. Dal Cile, dal Venezuela. E dal resto d’Europa. I network ne sono pieni. Cinquanta città d’Italia manifestano tutte contemporaneamente. Ma dal Premier, Presidente e dai Ministri non una parola. Qualche accenno scombiccherato al sistema bomb-jammer, peraltro accantonato, e poco altro. Renzi, sempre sul pezzo quando si tratta di aggredire consensi, stavolta preferisce occuparsi di Bollini Blu insieme a Raffaele Cantone. Il bollino 10 e lode. Il presidente Napolitano ritiene, invece, eversivo (parole sue) un certo modo di fare politica… ma non è dato di sapere cosa pensa del progetto di far saltare in aria di Matteo.
C’è un’unica frase, sempre la stessa, che a prescindere da dove operano, pm e giudici, ripetono costantemente: “Ci lasciano soli”… E mentre si cominciano a spargere le voci di possibili ritorsioni anche su Roberto Tartaglia, altro membro 32enne del pool di Palermo, il tema che invece appassiona la politica è la nomina del nuovo Procuratore di Palermo che prenderà il posto di Messineo.
Questo, e non altro, il nodo da sciogliere tra Csm e Ministro della Giustizia. Non tanto il far cadere quel muro di omertà che protegge da ventidue anni i protagonisti della trattativa Stato-Mafia, quanto piuttosto la nomina del Procuratore. Non che non sia importante. Ci Mancherebbe. E già che ci siamo, qualora dovesse appassionare qualcuno (almeno più della salute di di Matteo) il dubbio amletico da sciogliere, pare, è tra tre nomi. Francesco Lo Voi, Sergio Lari e Guido Lo forte.
Quindi neanche le parole del collaboratore di giustizia Galatolo, che pure parla come un fiume in piena, riescono a far saltare dalla sedia i “nostri”. Neanche l’arresto di quello che viene ritenuto il boss reggente di Resuttana (Palermo), Vincenzo Graziano, accusato di aver fatto arrivare dalla Calabria i 200 chili di tritolo destinati a di Matteo.
Quando Giovanni Falcone volò la prima volta negli stati Uniti per avere collaborazione da un investigatore di New York, tale Victor Rocco, lo trovò così incazzato per l’omicidio di Boris Giuliano, che questi non smise di collaborare con le forze dell’ordine italiane fin quando non trovarono mandanti ed esecutori dell’omicidio.
Un po’ come accade da noi…diciamo. Sono tutti così incazzati questi signori, che per proteggere di Matteo non trovano altro di meglio da fare che litigare su chi sarà il nuovo Procuratore di Palermo. Altro che caccia ai killer per oltre dieci anni… vuoi mettere…?