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Sos povertà, al Banco Alimentare servono 100mila euro

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo – Il Mattino) – Aumentano disagio sociale e povertà. Sono 139mila le persone in Campania che si trovano in condizioni di indigenza ed altre 36mila sono in lista d’attesa per la fornitura gratuita di alimenti. Stando ai dati Istat il 17,5% delle famiglie italiane è in uno stato di povertà, in Campania il 23,4%.

È iniziata la raccolta fondi e l’opera di sensibilizzazione da parte delle organizzazioni di settore. «C’è una marea di bisogno crescente attorno a noi – dice il direttore del Banco Alimentare della Campania Roberto Tuorto – e servono risposte immediate; quello che abbiamo a cuore è dare gli alimenti a chi vive davvero in uno stato di povertà e che riceva il pacco in totale gratuità». Spesso, alle richieste di aiuto vi sono accurate verifiche per fare in modo da garantire la destinazione delle risorse. Servono almeno 100mila euro per poter soddisfare in parte la richiesta di assistenza fino a settembre prossimo. «Ci affidiamo alle imprese – dice Rossella Paliotto della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli – e all’impegno delle associazioni di categoria per le attività da sviluppare. La questione alimentare tocca la sensibilità di ognuno di noi ed è nostro dovere intercettare il bisogno ed intervenire».

Banco alimentareLa realtà imprenditoriale difficile richiede talvolta autenticità e trasparenza, il Banco Alimentare da oggi infatti si affiderà solo ad organizzazioni certificate e che danno garanzia della loro attività. La Croce Rossa Italiana è una di queste: «Solo in questo periodo – dice Paolo Manorchio, Presidente del Comitato Provinciale Croce Rossa di Napoli – siamo impegnati con 1500 famiglie tra San Giovanni a Teduccio e Barra, la povertà sta aumentando tantissimo; avremmo voluto un interessamento maggiore – aggiunge – anche da parte del Sindaco De Magistris, assente ai nostri incontri, per la costruzione di un welfare condiviso». La Fondazione Banco di Napoli promette un contributo di circa 20mila euro, in quanto «serve sensibilizzazione e attività concreta per il raggiungimento degli obiettivi», sostiene il Presidente Daniele Morrone. Le Caritas in prima linea, a loro il compito di distribuire gli alimenti e di vigilare sulle famiglie che ne fanno richiesta: «Le persone povere che ci chiedono aiuto – afferma Don Vincenzo Federico, direttore generale della Caritas regionale – vengono da esperienze familiari particolari, separazioni legali, disoccupazione, e in maggior parte appartenenti al ceto medio; abbiamo intenzione di fare anche noi, tramite le Caritas del territorio, una raccolta fondi per partecipare attivamente alla causa». L’obiettivo è capitalizzare al massimo le risorse finanziarie per evitare di lasciare in una crisi profonda anche il sistema famiglia. Secondo Salvatore del Monaco, Presidente della Compagnia delle Opere Campania «non è scontato vedere l’operato che con gratuità viene messo in campo», ed aggiunge: «Dietro il pacco consegnato alle famiglie indigenti c’è un valore educativo molto più alto del semplice sfamare; c’è necessità – aggiunge – di sostenere il disagio sociale con attenzione e ottenere risorse, molti imprenditori infatti già hanno dato diponibilità e sono intervenuti con cospicue donazioni. L’indifferenza – conclude – talvolta è sconcertante, bisogna vincerla stando insieme». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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