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Cronaca

Mercati ortofrutticoli: gli accordi tra mafia e camorra

NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – Si è concluso con nove condanne il processo a Santa Maria Capua Vetere sulle mafie del giro di prodotti ortofrutticoli tra la Sicilia e la Campania.  Tra i condannati figurano i nomi di Francesco Schiavone (cugino di “Sandokan”) condannato a 12 anni, suo figlio Paolo (condannato a 10 anni, ma già destinatario di un 41 bis) e Gaetano Riina (fratello di Totò Riina) condannato a 6 anni, assolto invece Nicola Schiavone, figlio di “Sandokan”.

mercatino biologicoL’inchiesta conosciuta come “la Paganese”,  che prende il nome dalla ditta che trasportava i prodotti tra la Sicilia, la Campania e il basso Lazio, aveva individuato consistenti rapporti tra la mafia corleonese e la camorra casalese. Era stata proprio l’impresa casalese di trasporti “la Paganese” a destare le perplessità degli inquirenti, poichè il regime monopolistico dei trasporti tra i mercati ortofrutticoli campani e siciliani aveva consentito il lievitare incontrollato dei prezzi dei prodotti quasi del 300%.

L’accordo dunque riconosceva il monopolio dei trasporti ai casalesi, che in cambio offrivano il “libero accesso” dei prodotti siciliani nei mercati “controllati”, sia in campania che nel basso pontino, zona Itri/Fondi, aera anche questa ormai sottoposta a forte interesse dei clan casalesi.

Sia l’inchiesta Sud Pontino (del 2010 e coordinata da Federico Cafiero De Raho), sia le importanti rivelazioni dei pentiti Gianluca Costa, Francesco Cantone e Salvatore Lais, hanno portato alla ricostruzione dei rapporti che ormai stabilmente intercorrono tra i clan casalesi e la mafia corleonese, in particolare ai fratelli Massimo e Antonio Sfraga, ai quali, lo scorso anno, il tribunale di Trapani aveva confiscato beni per 7 milioni di euro, referenti dell’ancora latitante Matteo Messina Denaro. Erano loro, i fratelli Sfraga, che in Sicilia imponevano nei mercati di Catania e Gela ed in altre zone occidentali dell’isola, il trasporto dei prodotti, sia in arrivo che in partenza, attraverso l’unico referente su gomma, appunto “La Paganese”.

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