Notizie dall'Italia e dal mondo

Sport

Maria Sharapova “ho fallito i test antidoping agli Australian Open”

TENNIS (di Raffaele Caiffa) – Maria Sharapova non si ritira e non ha iniziato la gravidanza eppure a gelare la sala stampa allestita in un hotel di Los Angeles ci pensa la diretta interessata: “Ho fallito i test anti doping durante l’Australian Open, sono risultata positiva al Meldonium. Per dieci anni ho preso una medicina che era consentita dal regolamento. Quest’anno il regolamento è cambiato. Ho commesso un grave errore, ho deluso i miei tifosi. Non voglio chiudere la mia carriera così. Ho ricevuto l’annuncio qualche giorno fa dall’ITF in una lettera. Ho iniziato a prendere questa sostanza nel 2006 per curare una deficienza di magnesio, ho una storia familiare di diabete, questa è solo una delle medicine che ho preso in quegli anni” aggiunge la tennista russa che ora rischia fino a 2 anni di squalifica.

Maria SharapovaLa giocatrice russa ha ricevuto la notizia 3 giorni fa e nel giro di un giorno ha deciso di indirre una conferenza stampa. La leggerezza di non leggere la lettera ricevuta il 22 dicembre scorso dalla WADA che la informava dei cambiamenti e ha ammesso che non ha guardato la lista potrebbe costare davvero caro all’ex n.1 del mondo che ha dichiarato: “Se tornerò nel circuito? Dipende dalla squalifica, io lo spero. Non voglio finire la mia carriera così. Ho deluso i miei fans, ho deluso lo sport. Ho fatto un grande errore. Non posso incolpare nessuno per questo, ma collaborerò con l’ITF.”

La tennista, inoltre, ha detto di averne fatto uso per una storia familiare di diabete, eppure il Meldonium non cura il diabete, è da apprezzare il coraggio nel dare l’annuncio di persona. La bella russa dovrà ora far fronte all’interruzione dei rapporti con i marchi Nike, Tag Heuer e Porche che hanno  annunciato che interromperanno ogni rapporto commerciale con la russa.

Il caso della Sharapova arriva in un momento particolarmente delicato, durante l’inchiesta sul doping della tv tedesca ARD, che ha portato alla scoperta di un nuovo piano di “doping di Stato” punito dalla IAAF con la sospensione sine die della Russia da tutti gli eventi internazionali. Il ministro dello Sport russo Vitaly Mutko si è espresso in maniera decisa: “Se qualcuno è colpevole, pagherà, ma non permetteremo a singoli di gettare ombre sull’atletica russa”. Si rischia quindi di assistere alla clamorosa assenza della Russia ai Giochi di Rio. Per saperne di più bisognerà aspettare un paio di settimane e la decisione della Iaaf.
Il Meldonium è un medicinale anti-ischemico commercializzato dalla Grindeks ed il suo uso è molto frequente in Lettonia (dove ha base la Grindeks), Lituania e in Russia, ma non è approvato in altri paesi come gli Stati Uniti. “L’inghippo” sorge ad inizio anno: il farmaco è stato inserito dal 1° gennaio 2016 nella lista proibita della Wada poichè migliora il metabolismo e l’approvvigionamento energetico dei tessuti. E’ classificato come s.4.5.3, “Ormone e Metabolita Modulatore”, ed è usato anche per trattare angine e patologie del miocardio. Nel 2015 oltre 700 atleti russi hanno fatto uso di Meldonium che è stato oggetti di interesse della WADA dal 1 gennaio 2015.

Il Meldonium viene considerato analogo al precursore della carnitina. La carnitina è un regolatore del metabolismo del grasso. Il Meldonium influisce sul metabolismo della carnitina inibendo la sua biosintesi e protegge così il mitocondrio da un eccesso di acidi grassi; inoltre stimola l’ossidazione aerobica del glucosio. Riduce la beta-ossidazione degli acidi grassi e sposta il metabolismo cellulare verso l’ossidazione dei carboidrati, che richiede molto meno ossigeno soprattutto sotto uno sforzo fisico prolungato, aumenta le capacità aerobiche e di resistenza degli atleti.

Gli 8320 test fatti nello scorso anno hanno rivelato 182 casi di positività e questi dati hanno dunque portato la WADA a inserire il Meldonium tra le sostanze proibite da quest’anno. Non dimentichiamo che l’assunzione del Meldonium ha portato alla sospensione della campionessa mondiale dei 1500 nel 2013, Abebe Aregawi, Etiopie che corre per la Svezia, ed Endeshaw Negesse, vincitrice della maratona di Tokyo del 2015. Ne sanno qualcosa anche Eduard Vorganov, secondo alla Vuelta di Spagna e squalificato a febbraio e Ekaterina Bobrova, campionessa olimpica di pattinaggio artistico a Sochi 2014 che è stata estromessa dai Mondiali di Boston. Non si tratta dunque di singoli casi, ora tutti gli atleti russi sono finiti sotto accusa.

Raffaele Caiffa

cell. 339 3103590

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.