Il Triangolo della morte
NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – Ad Aversa 10.000 cittadini vestiti di nero e muniti di mascherine hanno attraversato la strada principale della città inscenando un silenzioso corteo funebre per quello che viene definito il triangolo della morte. Vale a dire il triangolo tra Aversa, Acerra e Giugliano.
Inutile dire che la scelta della Regione Campania di far costruire il nuovo inceneritore proprio in quei luoghi inasprirebbe ancora di più i rapporti tra la popolazione e le amministrazioni centrali e locali.
Il comitato civico “Terra Mia” si è fatto promotore dell’iniziativa insieme ad altri comitati cittadini. Illudersi che una terra avvelenata da decenni di sversamenti illeciti e nocivi possa tornare quella di una volta è tempo perso, ma in una nota del commissario della Feneal Uil di Caserta, Luigi Ciancio, si esorta Regione e Stato a prendere decisioni immediate almeno sulle zone immediatamente bonificabili.
D’altra parte resta un mistero, vista la massiccia e continua partecipazione cittadina e delle associazioni, viste le altissime casistiche di malattie gravi, il perchè di tanta lentezza nello sbloccare i progetti di bonifica del litorale, dell’alto agro casertano e dei Regi Lagni, visto che l’11 luglio a Napoli era stato siglato il primo protocollo con il Ministro Orlando, protocollo nel quale la Regione Campania si impegnava a mettere immediatamente a disposizione 5 milioni di euro che servissero ad “attività di controllo e governo” del fenomeno.
Ma ormai è cosa nota che il problema non è solo il controllo e gestione del fenomeno… Il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, che per motivi di parrocchia non ha potuto essere presente al “funerale”, continua a sgolarsi nel disperato tentativo di farsi ascoltare. “Il fenomeno – sostiene – non è solo quello di controllo del territorio, ma è soprattutto quello di impedire che i rifiuti continuino ad arrivare”.
Ma qualcuno ci sente da quest’orecchio?