Djokovic Re di Roma. Federer perde la quinta finale al foro italico.
(di Maurizio Scialdone) – La finale degli internazionali di Roma di ieri è stata forse la cronaca di una fine annunciata. Non c’è stata mai partita tra Djokovic e Federer (6-4 6-3 in un’ora scarsa), neanche quando, nel primo set, i due sono arrivati sul quattro pari, prima del break decisivo. I due si erano già incontrati sulla terra rossa, ma questa era la prima volta in finale.
Djokovic ha tenuto il servizio sempre con una disinvoltura disarmante mentre Federer ha faticato di più sin dalle prime battute. Quello che invece non ha funzionato nel gioco di Federer è stato il dritto che gli sarebbe servito come il pane per poter anticipare e mettere un po’ di pressione all’avversario così come aveva fatto la sera prima, in semifinale, con Wawrinka.
Ma Djokovic non è Wawrinka e se non gli dai pressione, nello stato di grazia in cui si trova, ti passa sopra come un caterpillar. Anche se dall’altra parte del campo c’è Federer.
Lo svizzero da canto suo ha servito bene e con precisione. E’ riuscito ad anticipare bene con il rovescio, sia in risposta che nelle accelerazioni per abbreviare gli scambi e non a caso è proprio lì che è riuscito ad ottenere qualcosa in più. Ma quando ha voluto provare a tenere da fondo è stato martellato dal ritmo spaventoso di Nole Djokovic che colpiva con una faciltà, precisione e potenza imbarazzanti.
Il diritto ha funzionato meno. Costretto a stringere i tempi per non prolungare gli scambi ha dovuto rischiare qualcosa in più, ma il suo solito dritto inside-out, quello incrociato che butta l’avversario fuori dal campo, ieri non funzionava. E probabilmente non funzionava anche per la necessità di doverlo giocare.
Nole Djokovic è stato quasi perfetto. In forma fisica impressionante non ha sbagliato quasi nulla. Ha concesso una palla break nel primo set, che Federer non è riuscito a sfruttare, e poco altro.
Insomma al momento, in vista del Roland Garros, è il numero uno indiscusso.
La terra rossa, si sa, non è la superficie preferita da Federer. In realtà non sarebbe neanche la superficie di Djokovic e a Parigi si vedrà se e come sarà in grado di prendersi il suo primo Roland Garros. Sulla tenuta fisica ci sono pochi dubbi. Bisogna chiedersi, piuttosto, se c’è al momento un avversario in grado di fare fronte ad un tale strapotere fisico.