(Senza) lavoro e (senza) pensione
NAPOLI (di Attilio Iannuzzo) – Ci si chiede se davvero bisogna lavorare così tanto prima di una pensione dignitosa. Ma i giovani vorrebbero lavorare per maturare quei contributi.
Ieri il Ministro del Lavoro Elsa Fornero da Bruxelles ha decantato la sua riforma considerandola “ incisiva” e sottolineando che “ rispetta il principiò di equità tra le generazioni». Riforma che – ha spiegato – «verosimilmente sarà annunciata entro pochi giorni». Lunedì è previsto il Consiglio dei Ministri e qui, fra le altre misure per la crescita, è attesa la parte strutturale del piano pensioni che prevederà anche anche un adeguamento agli standard europei dell’età pensionabile delle donne. E il governo – ha aggiunto Fornero – lavorerà, intendendo che non ha ancora pensato le modalità, a introdurre in Italia, con un pacchetto ancora da congegnare, il «reddito minimo garantito». Ma tutto dovrebbe dipendere dal lavoro. La base produttiva e lavorativa di oggi rappresenta l’Italia dei pensionati di domani. Alcuni dati:
L’ Istituto nazionale di statistica è tornato a fotografare il Paese con l’ aggiornamento dei dati sul lavoro e l’ inflazione. Ad ottobre, secondo l’ analisi provvisoria, è salito ancora il tasso di disoccupazione, arrivato all’ 8,5% (+0,2% rispetto a settembre). Si tratta del livello più alto da maggio 2010 quando si era attestato all’ 8,7%. Si è fermato invece allo 0,1% l’ aumento della disoccupazione nel confronto con l’ anno precedente. «Differenze di genere» nel fenomeno: mentre infatti ad ottobre la disoccupazione maschile è cresciuta del 6,5% rispetto al mese precedente (+4,5% il valore tendenziale), il numero di donne disoccupate è diminuito dell’ 1,9% (-1,3% su base annua). Aumentato anche il tasso di occupazione femminile, passato al 46,5% (+0,4%). Più o meno stabile il dato sui giovani senza lavoro: il 29,2% dei ragazzi continua ad essere disoccupato, in diminuzione di appena lo 0,1% rispetto al mese di settembre.
Un’unica domanda: quali prospettive? No comment.