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Pisapia infiamma i 50mila del Duomo. “E’ arrivato il nostro tempo per Milano”

Giuliano Pisapia con Claudio Bisio sul palco in piazza Duomo

MILANO – L’ultimo appello ai cinquantamila in piazza Duomo è insieme un invito e un incoraggiamento ai milanesi. A trasformare in realtà un’idea diversa di città. “Io ci credo – ha detto Giuliano Pisapia sotto la pioggia – È arrivato il nostro tempo. Abbiamo ripreso in mano il nostro destino. Non facciamocelo sfuggire. Andiamo tutti alle urne, andiamo a festeggiare la democrazia, facciamo vincere Milano”. Un discorso in cui il candidato di centrosinistra ha voluto parlare già da “sindaco di tutti”, nonostante abbia disegnato in modo chiaro le differenze con il centrodestra: “In questi anni, loro hanno seminato paura – ha spiegato – io coltiverò la fiducia. Loro non hanno avuto scrupolo nel discriminare alcuni cittadini per chiedere il voto di altri. Io non avrò scrupolo nel chiedervi di impegnarci per il bene di tutti. Hanno fatto una politica ridicola. Noi faremo una politica responsabile”.

La grande festa in piazza Duomo L’intervista a Giuliano

Sul palco dove si alternano musicisti e comici, l’avvocato lancia anche un messaggio a tutti i suoi: “Voi e io non cerchiamo rivincite politiche: vogliamo contribuire a costruire una città fatta da noi, per tutti noi. Una città accogliente, una città affettuosa”. E agli altri dice: “Mi hanno accusato di non essere moderato, non capisco cosa voglia dire questa parola sulle loro labbra, questa parola che viene offesa e smentita ogni giorno da comportamenti indecenti”. Sono le ultime parole – ricamate con una citazione di don Milani – prima del silenzio elettorale. In una giornata in cui si è consumato l’ultimo duello a distanza tra i due aspiranti inquilini di Palazzo Marino.

È l’avvocato il primo ad arrivare negli studi della Rai dove è stata registrata l’ultima tribuna politica. Spazi separati con Letizia Moratti. Nessun faccia a faccia, dopo quello a Sky. Dopo l’attacco a tradimento degli ultimi secondo sferrato dal sindaco uscente. “Perché la coltellata alla schiena che ho ricevuto – spiega ancora Pisapia  –  non mi permette di fidarmi come non può fidarsi la città. Non intendo cadere in un altro tranello”. Poi, avanti con i punti del programma e i temi di un ballottaggio caricato dalle accuse e dalla propaganda del centrodestra. E la speranza di far tornare Milano “una città affettuosa verso gli altri e attrattiva”.

Parla di Expo, Pisapia. Di cultura: “Vorrei che, oltre ai grandi eventi, ci fossero tanti luoghi di aggregazione e di cultura che siano aperti tutto l’anno”. Dell’importanza di votare ai referendum del 12 e 13 giugno. E, da qui, anche “ascoltare i cittadini sul futuro di Ecopass”. Di sicurezza: “La ricetta del centrodestra non ha funzionato”. Del sogno che ha per la città: “Mi batterò perché nel 2015 si tenga a Milano l’idea della Conferenza mondiale dell’Onu sulle donne”. Sul Pgt è deciso. Sostiene che Milano “non abbia bisogno di più grattacieli, meno verde e più case di lusso” e promette “modifiche sostanziali, anche totali”, partendo da quel “Pgt alternativo, quello delle 4mila osservazioni scritte da associazioni e cittadini che non sono state esaminate, e questo è stato un atteggiamento antidemocratico”.

Pisapia parla anche della coalizione di centrosinistra. E, per ribadire la certezza che ha nell’unione dei partiti che lo sostengono, chiama in causa anche il concerto di chiusura del centrodestra in piazza Duomo con il forfait di Gigi D’Alessio: “Forse è la prima volta a Milano  –  dice  –  che i partiti e le liste civiche non hanno mai litigato, a differenza della Lega e del Pdl che sono divisi su tutto e che hanno litigato anche sul concerto in piazza Duomo”. L’avvocato ribadisce che i nomi della sua squadra arriveranno dopo il voto: “È il primo atto di un sindaco, ma vedrete: saranno assessori competenti, professionali e coerenti politicamente, di cui potete fidarvi”. Sull’annuncio degli assessori fatto da Letizia Moratti, invece, si limita a un commento: “Non mi sembrano nomi di grande novità, è il vecchio che avanza”. Con la sua avversaria è impietoso: “Questi sono i titoli di coda della Moratti come sindaco”.

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