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Editoriali

La rivoluzione arancione…a Napoli

Luigi De Magistris in conferenza stampa

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo) – L’arancione è un colore che insieme al rosso ha segnato svolte sociali e cambiamenti significativi. Il movimento di protesta sorto in Ucraina all’indomani delle elezioni presidenziali del 21 novembre 2004, parte del più ampio fenomeno delle Rivoluzioni colorate. Situazioni diverse, ma l’idea del cambiamento e della partecipazione è comune. In Ucraina la rivoluzione arancione fu un evento sconvolgente che ebbe nello spazio ex sovietico effetti simili a quelli prodotti dal crollo del Muro di Berlino per l’Europa orientale. La speranza di un futuro migliore e le porte finalmente aperte da parte del ricco Occidente i maggiori risultati, vanificati in parte dalla litigiosità dei suoi leader.

In breve, l’arancione fu un colore adottato da Juščenko e dai suoi sostenitori, e divenuto il tratto distintivo della “rivoluzione” pacifica. I partecipanti alle proteste brandivano sciarpe e striscioni arancioni, oppure nastri del medesimo colore.

A seguito delle proteste, la Corte Suprema ucraina invalidò il risultato elettorale e fissò nuove elezioni per il 26 dicembre. Questa volta ad uscirne vincitore fu proprio Juščenko, con il 52% dei voti contro il 44% del suo sfidante. Il nuovo presidente si insediò il 23 gennaio 2005.

Dunque, a detta dei “marcianti arancioni”: aria di cambiamento, idee nuove, speranza per la città.

 

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