Piazza del plebiscito a Napoli, protesta contro le morti “bianche” nei cantieri
Napoli è stata teatro di una protesta accesa e vibrante oggi, mentre i lavoratori edili si sono riversati nelle strade per manifestare contro le morti “bianche” che continuano a segnare i cantieri di tutta Italia. La città si è risvegliata con lenzuola bianche appese come segno tangibile di una lotta che va oltre le parole, richiamando l’attenzione sulle tragedie silenziose che si consumano quotidianamente nei luoghi di lavoro.
Le immagini evocative dipinte dalle sagome nere tracciate sulle lenzuola richiamano i rilievi delle forze dell’ordine dopo gli incidenti, mentre i caschi gialli insanguinati rappresentano le vite spezzate di lavoratori sacrificati sull’altare dell’indifferenza e della mancanza di sicurezza sul lavoro.
La scintilla di questa manifestazione è stata l’ennesima tragedia avvenuta solo due giorni fa nel cantiere della Metropolitana a Capodichino, che ha scosso profondamente la comunità operaia. Ma questa volta, anziché subire passivamente, i lavoratori edili hanno scelto di alzare la voce, trasformando la loro indignazione in azione concreta.
Davanti alla Prefettura di Napoli, in piazza del Plebiscito, si è radunata una massa compatta di operai, supportata dalle principali sigle sindacali di categoria: Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Lo sciopero di otto ore è stato il mezzo attraverso cui hanno deciso di far sentire la propria voce, una voce che chiede a gran voce responsabilità, formazione, controlli e prevenzione.
“Oggi è la giornata dell’indignazione e della rabbia, oggi è la giornata dello sciopero”, ha dichiarato Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania. “Crediamo che questo Governo debba subito convocare le parti sociali per confrontarsi su che tipo di impresa e di organizzazione del lavoro si vuole favorire in questo Paese”.
Le parole di Ricci sono state supportate da Antonio Altobelli della Cisl Napoli, che ha sottolineato la necessità di una nuova cultura della sicurezza che favorisca la percezione del rischio, e da Giovanni Sgambati della Uil, che ha ribadito la determinazione del sindacato nel continuare la mobilitazione finché non saranno ottenute risposte concrete.
Mercoledì 29 maggio si terrà un importante vertice in Prefettura, richiesto dai sindacati, con il Comune di Napoli, la Regione Campania e gli organi preposti alla vigilanza. Una occasione cruciale per discutere delle misure necessarie per porre fine a questa strage senza età che miete vittime tra gli operai di tutta Italia.
Le immagini evocative dipinte dalle sagome nere tracciate sulle lenzuola richiamano i rilievi delle forze dell’ordine dopo gli incidenti, mentre i caschi gialli insanguinati rappresentano le vite spezzate di lavoratori sacrificati sull’altare dell’indifferenza e della mancanza di sicurezza sul lavoro.
La scintilla di questa manifestazione è stata l’ennesima tragedia avvenuta solo due giorni fa nel cantiere della Metropolitana a Capodichino, che ha scosso profondamente la comunità operaia. Ma questa volta, anziché subire passivamente, i lavoratori edili hanno scelto di alzare la voce, trasformando la loro indignazione in azione concreta.
Davanti alla Prefettura di Napoli, in piazza del Plebiscito, si è radunata una massa compatta di operai, supportata dalle principali sigle sindacali di categoria: Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Lo sciopero di otto ore è stato il mezzo attraverso cui hanno deciso di far sentire la propria voce, una voce che chiede a gran voce responsabilità, formazione, controlli e prevenzione.
“Oggi è la giornata dell’indignazione e della rabbia, oggi è la giornata dello sciopero”, ha dichiarato Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania. “Crediamo che questo Governo debba subito convocare le parti sociali per confrontarsi su che tipo di impresa e di organizzazione del lavoro si vuole favorire in questo Paese”.
Le parole di Ricci sono state supportate da Antonio Altobelli della Cisl Napoli, che ha sottolineato la necessità di una nuova cultura della sicurezza che favorisca la percezione del rischio, e da Giovanni Sgambati della Uil, che ha ribadito la determinazione del sindacato nel continuare la mobilitazione finché non saranno ottenute risposte concrete.
Mercoledì 29 maggio si terrà un importante vertice in Prefettura, richiesto dai sindacati, con il Comune di Napoli, la Regione Campania e gli organi preposti alla vigilanza. Una occasione cruciale per discutere delle misure necessarie per porre fine a questa strage senza età che miete vittime tra gli operai di tutta Italia.