Passeggiando per il quartiere Marais di Parigi
(di Luca Vitiello) – Quando di recente ho deciso di tornare a Parigi per l’ennesima volta, ho cominciato a cercare luoghi nuovi e diversi non ancora visitati. Così, dietro consiglio di molti amici, ho scelto di fare una passeggiata per il quartiere Marais. Situato tra il 3° e il 4° arrondissement, sulla riva Droite della Senna, è uno dei quartieri più caratteristici ed eleganti, noto anche per essere considerato da tempo il quartiere ebraico e per essere molto frequentato dalla comunità gay.
Edificato a partire dal XII secolo, fino ad allora non era stato altro che una zona di campagna fuori dalle mura di Parigi. Il Marais, che in francese significa palude, deve il nome alla natura acquitrinosa dei suoi terreni. Si tratta, inoltre, di una delle poche zone centrali della città ad aver conservato l’architettura pre rivoluzionaria con palazzi ancora non influenzati dalle trasformazioni ottocentesche del barone Haussmann.
Uno dei simboli del quartiere è sicuramente la splendida Place des Vosges, un tempo Place Royale in quanto nei dintorni si trovava una delle residenze della famiglia reale francese, attorno alla quale, tra il XVII e il XVIII secolo, i nobili avevano fatto costruire le proprie dimore trasformando radicalmente la zona. La realizzazione di questa piazza quadrangolare risale al 1612 e si deve ad Enrico IV che fece costruire quattro edifici identici sui quattro lati, così da creare una struttura unica in mattoni di tre piani. Nel corso degli anni, gli appartamenti e i portici divennero residenza di scrittori, artisti, stilisti, intellettuali con l’apertura di gallerie d’arte e atelier. Ancora oggi i portici sono pieni di negozi e gallerie miste a bar, ristoranti e artisti di strada. Al numero 6 di Place des Vosges si trova ancora l’appartamento dove soggiornò Victor Hugo, oggi divenuto museo.
CURIOSITà: la denominazione di Place des Vosges risale al 1800 ad opera di Napoleone Bonaparte, come segno di gratitudine al Dipartimento dei Vosgi, il primo in Francia ad aver pagato le tasse a favore dei rivoluzionari.