Parlamento Europeo: storico sì all’inclusione dell’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue
Il Parlamento europeo ha compiuto un passo significativo nella promozione dei diritti delle donne e della salute riproduttiva, con l’approvazione di una risoluzione storica che chiede l’inserimento dell’aborto tra i diritti fondamentali dell’Unione Europea. La risoluzione, sebbene non vincolante, ha ricevuto un sostegno significativo con 336 voti a favore, segnalando un forte consenso all’interno dell’assemblea europea.
Il testo della risoluzione condanna esplicitamente qualsiasi regresso sui diritti delle donne e qualsiasi tentativo di limitare o rimuovere gli ostacoli esistenti per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, così come la parità di genere, sia a livello europeo che globale. Questa posizione riflette l’impegno del Parlamento europeo a garantire la protezione e l’affermazione dei diritti umani fondamentali, inclusi quelli relativi alla salute e all’autonomia decisionale sul proprio corpo.
Uno degli aspetti più rilevanti della risoluzione è la richiesta di modificare l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, per includere esplicitamente il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, nonché l’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari, inclusa la possibilità di accedere all’aborto sicuro e legale senza discriminazioni.
Questo passo rappresenta una sfida significativa per gli Stati membri dell’UE, alcuni dei quali hanno leggi sull’aborto più restrittive rispetto ad altri. Tuttavia, la risoluzione invia un chiaro messaggio sull’importanza di garantire che tutte le donne abbiano accesso a servizi sanitari sessuali e riproduttivi sicuri e legali, compreso l’aborto, senza timori di discriminazione o ostracismo.
Sebbene la risoluzione non abbia valore giuridico vincolante, rappresenta comunque un importante pronunciamento politico da parte del Parlamento europeo, che potrebbe influenzare futuri sviluppi legislativi e politici in materia di diritti riproduttivi all’interno dell’UE e oltre i suoi confini. Resta da vedere come gli Stati membri risponderanno a questa richiesta e se verranno intraprese azioni concrete per adeguare la Carta dei diritti fondamentali dell’UE in conformità con la volontà espressa dall’assemblea europea.
Il testo della risoluzione condanna esplicitamente qualsiasi regresso sui diritti delle donne e qualsiasi tentativo di limitare o rimuovere gli ostacoli esistenti per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, così come la parità di genere, sia a livello europeo che globale. Questa posizione riflette l’impegno del Parlamento europeo a garantire la protezione e l’affermazione dei diritti umani fondamentali, inclusi quelli relativi alla salute e all’autonomia decisionale sul proprio corpo.
Uno degli aspetti più rilevanti della risoluzione è la richiesta di modificare l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, per includere esplicitamente il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, nonché l’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari, inclusa la possibilità di accedere all’aborto sicuro e legale senza discriminazioni.
Questo passo rappresenta una sfida significativa per gli Stati membri dell’UE, alcuni dei quali hanno leggi sull’aborto più restrittive rispetto ad altri. Tuttavia, la risoluzione invia un chiaro messaggio sull’importanza di garantire che tutte le donne abbiano accesso a servizi sanitari sessuali e riproduttivi sicuri e legali, compreso l’aborto, senza timori di discriminazione o ostracismo.
Sebbene la risoluzione non abbia valore giuridico vincolante, rappresenta comunque un importante pronunciamento politico da parte del Parlamento europeo, che potrebbe influenzare futuri sviluppi legislativi e politici in materia di diritti riproduttivi all’interno dell’UE e oltre i suoi confini. Resta da vedere come gli Stati membri risponderanno a questa richiesta e se verranno intraprese azioni concrete per adeguare la Carta dei diritti fondamentali dell’UE in conformità con la volontà espressa dall’assemblea europea.