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Napoli Velata, sotto il vestito niente!

di Danilo Piscopo

Napoli Velata è un film bipolare, che vive fra il dramma e presumibilmente il Thriller/Noir psicologico che ovviamente il regista non mastica. L’intento di dare a Napoli una connotazione esoterica, fallisce nel momento stesso in cui si cerca di metterla in scena in salotti borghesi che nulla hanno a cha fare con le leggende e la magia prettamente popolari.

Il film si muove in una coltre pseudo artistica, radical chic, che sembra aver messo radici nell’ultimo avamposto della tradizione classica popolare: il Centro Storico di Napoli. Ed è forse questo tipo di realtà che Ozpetek conosce bene. Quel tipo di grottesco così poco saggiamente dosato (come la scena dei vecchi transessuali o la veggente obesa arenata a letto) che rende lo spettatore incredulo nel vedere con quanta poca maestria sono stati affrontati temi così complessi.

La storia sembra venire fuori da uno dei peggiori film di Dario Argento, il più sbagliato. Sconclusionata, sopra le righe, ma soprattutto scontata (il finale è facilmente intuibile già dopo i primi quindici minuti) e una volta snodato l’intreccio narrativo (a tratti esasperato) ci si rende conto di essere di fronte ad una trama degna di Una Vita su Canale 5.

Si tratta, in realtà, di un piagnisteo continuo di persone con un calice di vino in mano che tenta di dare una scossa alla propria scialba vita inventandosi situazioni misteriose lì dove il mistero non c’è. Espedienti narrativi (fuori tempo massimo) tra gente che esiste solo nella testa della protagonista (e di Ozpetek) e la stessa protagonista che interpreta sua madre da giovane, ridicolo e imbarazzante!

Chi tenta di vederci qualcosa di più in questa pellicola prova inutilmente a salvare qualcosa di sbadato e insalvabile, di un regista che non sorprende e che (personalmente)non ha mai sorpreso.

Delle numerose e lunghe scene di sesso nemmeno voglio parlare, forse sono le scene meno interessanti del film.

 

Voto 2/5 stelle.

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