Messi annienta la Juve: 3-0 Barça al Camp Nou
(di Gianpaolo Rispoli)
Serata di smentite al Camp Nou dove il Barcellona ha in parte appianato le critiche piovute ad inizio stagione a seguito della doppia sconfitta in Supercoppa contro il Real, e la Juve è caduta in terra Catalana contro una compagine che soltanto 6 mesi fa era stata, anche abbastanza nettamente, sconfitta ed eliminata nel doppio confronto dei quarti di finale. Un brutto stop per i bianconeri che rischia di compromettere sin dall’inizio la lotta per il primo posto nel girone D, dove gli uomini di Allegri si giocheranno la posizione più alta proprio con i blaugrana.
La cronaca – Formazioni: Barcellona (4-3-3): Ter Stegen; Semedo, Piqué, Umtiti, Alba; Rakitic (dal 32’ s.t. Paulinho), Busquets, Iniesta (dal 38’ s.t. André Gomes); Dembelé (dal 26’ s.t. Sergi Roberto), Messi, Suarez.
Juventus (4-3-2-1): Buffon; De Sciglio (dal 41’ p.t. Sturaro), Barzagli, Benatia, Alex Sandro; Bentancur (dal 18’ s.t. Bernardeschi), Pjanic, Matuidi; Dybala, Douglas Costa; Higuain (dal 42’ s.t. Caligara).
Valverde schiera per la prima volta dall’inizio l’attesissimo Dembelé, erede di Neymar, mentre Allegri lancia dal 1’ Bentancur per sopperire alle assenze di Mandzukic e Cuadrado. La Juve inizia molto bene e al 6’ arriva la prima occasione con un gran sinistro da fuori di De Sciglio che esce di pochissimo. Tre minuti più tardi è Douglas Costa ad accendersi e a servire Dybala dopo una grande giocata, ma l’attaccante argentino si allarga troppo e non riesce a rendersi pericoloso col suo sinistro. Al 12’ Pjanic supera Busquets e ci prova da lontano, Ter Stegen si fa trovare pronto e respinge la sfera.
La prima occasione per il Barça arriva al 20’, quando Buffon, con un intervento prodigioso, manda in calcio d’angolo un gran destro da fuori di Suarez. Al 38’ De Sciglio perde un pallone velenosissimo in area di rigore regalandolo a Dembelé, ma per sua fortuna il francese viene disturbato al momento del tiro e non riesce a rendersi pericoloso. Proprio allo scadere della prima frazione il Barça passa in vantaggio al termine di una grandissima azione: Messi prende palla a centrocampo, avanza chiedendo e ottenendo un uno-due con Suarez e poi chiude l’azione con un gran sinistro imparabile per Buffon, che manda le squadre negli spogliatoi sul risultato di 1-0.
Nella ripresa inizia ancora una volta meglio la Juve, che dopo tre minuti si rende pericolosa con una conclusione da fuori di Dybala che termina alta di poco. Al 52’ ci prova Messi che prende palla al limite dell’area, si gira e calcia in un batter d’occhio, ma il palo interviene a salvare Buffon e a negare la gioia del gol all’argentino. Il raddoppio blaugrana arriva al 56’: è ancora Messi che va via sulla destra e mette in mezzo un pallone che viene prima allontanato da Sturaro, e poi raggiunto da Rakitic che, a porta sguarnita, non può far altro che segnare e portare il risultato sul 2-0. La Juve sembra non esserci più e al 61’ ci prova ancora Messi su punizione, Buffon è attento e respinge la conclusione. Al 69’ cala il sipario sulla partita: Messi prende palla sulla trequarti, salta un paio di avversari e calcia col sinistro non lasciando scampo a Buffon e chiudendo la partita a 20 minuti dalla fine. Bisogna aspettare l’80’ per assistere alla reazione bianconera, affidata ad un colpo di testa di Benatia salvato provvidenzialmente sulla linea da Piqué.
La partita scorre senza ulteriori emozioni e, dopo due minuti di recupero, l’arbitro manda tutti negli spogliatoi decretando la fine del match.
Blackout totale – La notte del Camp Nou offrirà tanti di spunti di riflessione ad Allegri e ai suoi uomini che, come era capitato qualche mese fa a Cardiff contro il Real Madrid, dopo un ottimo primo tempo, sono decisamente usciti dal campo nella ripresa, regalando la partita ad avversari che alla minima disattenzione ti puniscono chiudendo il match. Troppo forti le rivali in Champions per potersi permettere di regalare un tempo, e Allegri dovrà sicuramente lavorare su questo aspetto se vorrà puntare, per la terza volta in quattro anni, ad arrivare fino in fondo nella competizione più difficile al mondo.