La vite e la vela, Gianlivio Fasciano presenta il suo primo romanzo al Circolo Canottieri Napoli
NAPOLI (di Claudia Carbone) – Si può essere avvocati, atleti di una discipina dura come il triathlon e scrittori allo stesso tempo? Molti penseranno di no, almeno fino a quando non conosceranno l’avvocato Gianlivio Fasciano, che venerdì 1 agosto, proprio in concomitanza con l’imminente Campionato Italiano di Aquathlon (a cui ovviamente partecipa), presenterà alle 17 al Circolo Canottieri Napoli il suo primo romanzo “La vite e la vela”, edito da Kairòs Edizioni.
Un elemento di sorpresa del romanzo di Fasciano è che il protagonista non è un uomo, come ci si potrebbe aspettare data la conoscenza dell’autore del mondo maschile, bensì una ragazza, la cui caratteristica principale è quella di saper esprimere in modo chiaro e diretto i propri sentimenti. “Gli uomini non sono all’altezza delle donne – spiega l’autore- nel senso che non hanno lo stesso livello emotivo, non sono in grado di esprimere efficacemente le proprie emozioni, siano esse di odio o d’amore e a volte sono persino meschini”.
Linda invece, così si chiama la protagonista del libro, forte di questo sua personalità schietta, in seguito ad un incidente sul lavoro, scoprirà di fare una vita che non le corrisponde, giungendo a cambiare città pur di ritrovare se stessa.
Il libro infatti è ambientato tra Napoli e Trieste, due città apparentemente molto diverse, ma che Fasciano considera due “città libere, che non giudicano. Trieste è come se fosse l’orto d’Europa – motiva l’autore – è una citta che per le molte influenze ricevute non appartiene a nessuno, una città dove la protagonista del mio libro non si sente giudicata”.
Quando si domanda a Fasciano da dove nasca questo suo apprezzamento per il mondo femminile, l’autore non ha dubbi “ho scritto questo romanzo di getto, l’anno scorso, poco dopo la nascita della mia seconda figlia. Sono certo che le mie due bimbe mi abbiano dato tanto in termini di vicinanza emotiva alla figura femminile. Trovo straordinaria la figura femminile, soprattutto per la capacità che ha di esprimersi, che mi lascia ogni volta di stucco”.
Non resta perciò che domandare all’autore cosa succede alla protagonista alla fine, riuscirà a ricostruire una vita che la rispecchi davvero? Fasciano è ovviamente vago, ma per il finale non c’è da temere, perché ci assicura un colpo di scena!