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Giorgia Meloni all’Onu: “Basta ipocrisia sull’immigrazione”

di Tiziana Pagano

«[…] È un onore per me rappresentare l’Italia difronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un onore che, tuttavia, non è leggero come il privilegio ma pesante come pesante è la responsabilità». Si apre così il primo discorso della Meloni all’Onu.

«[…] Viviamo in un’epoca complessa, un’epoca fatta di emergenze, di mutazioni continue. E non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, di principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste». Premesse, quelle della Premier, che fanno ben intuire la direzione verso la quale ha puntato il suo intervento, centrato sul tema dei migranti e sulla necessità di una “guerra globale ai trafficanti”.

«Davvero questa assemblea, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine  universale che era la schiavitù, può oggi tollerare che torni sotto altre forme? Che si continui a mercificare la vita umana?». Su questo punto la Meloni collega la prostituzione delle donne straniere e degli extracomunitari che finiscono nelle mani della criminalità organizzata.

«E davvero possiamo dire che sia “solidarietà” accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero più bisogno ma piuttosto chi ha i soldi per pagare quei trafficanti e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di no».

“Rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale ai trafficanti”, questo è in sostanza la sintesi del suo discorso.

La Presidente del Consiglio è poi tornata sul Piano Mattei del suo governo: «L’attenzione dell’Italia è rivolta particolarmente verso l’Africa […] non è un continente povero, è ricco di risorse strategiche, ma spesso è stato ed è un continente sfruttato». Secondo la Premier: «[…] L’Italia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione capace di collaborare con le nazioni africane. Perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizione di competere ad armi pari. […] Un processo che si snoda lungo due direttrici fondamentali: sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio da un lato, e affrontare le cause alla base della migrazione dall’altro, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare».

Certo, permettere a tutti i cittadini del mondo di poter abitare serenamente la propria terra senza avere l’obbligo di lasciarla per scappare alla morte, sarebbe una vittoria per l’intera umanità. L’importante è che dietro questa patina non si nasconda la volontà di lasciarli “a casa loro”, gettare qualche briciola “al di là della soglia”, per poi barricare la porta di “casa nostra”.

Tiziana Pagano

Tiziana Pagano nata a Napoli il 13/09/1988 Pass: tizianapagano

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