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Economia

Fiat lascia Confindustria

Sergio Marchionne

MILANO – Fiat e Fiat Industrial usciranno dal primo gennaio 2012 da Confindustria. È quanto si apprende da una lettera dell’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne al presidente di confindustria, Emma Marcegaglia. «Il nostro è un addio ufficiale a Confindustria, che parte dal primo gennaio 2012: non facciamo entrate e uscite» ha detto Marchionne ai giornalisti. E dopo l’annuncio Fiat cede quasi il 4% e Fiat Industrial il 3,27% in Borsa per poi recuperare successivamente, e chiudere rispettivamente a -3,22% e a -5,74%. Per il sistema Confindustria, l’uscita della Fiat potrebbe comportare mancati

incassi per 5 milioni di contributi, suddivisi tra l’organizzazione centrale di Roma e la quarantina di associazioni provinciali e di categoria a cui le aziende del Gruppo torinese sono associate

LA LETTERA – «Ti confermo – scrive Marchionne – che, come preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso, Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012. Stiamo valutando la possibilità di collaborare, in forme da concordare, con alcune organizzazioni territoriali di Confindustria e in particolare con l’Unione industriale di Torino. Da parte nostra, utilizzeremo la libertà di azione applicando in modo rigoroso le nuove disposizioni legislative. I rapporti con i nostri dipendenti e con le organizzazioni sindacali saranno gestiti senza toccare alcun diritto dei lavoratori, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come previsto dalle intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. È una decisione importante, che abbiamo valutato con grande serietà e attenzione, alla quale non possiamo sottrarci perché non intendiamo rinunciare a essere protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese».

LA REPLICA DI CONFINDUSTRIA- Dopo qualche ora arrivava la replica di Confindustria alla lettera di Marchionne: «Pur rispettando la decisione perchè Confindustria è una libera associazione di imprese, non condividiamo le motivazioni di Marchionne in base alle quali ha deciso di uscire dalla nostra associazione» spiegava la presidente dell’associazione degli industriali Emma Marcegaglia, a margine dell’assemblea dell’Unione industriali di Bergamo. «Mi ricordo che Marchionne mi aveva mandato una lettera a fine giugno, dopo l’accordo interconfederale del 28 giugno -ha spiegato Marcegaglia- dicendomi che apprezzava l’accordo e aveva bisogno della sua validità retroattiva degli accordi di Pomigliano e Mirafiori e che se questo non fosse accaduto sarebbe uscito da Confindustria. Oggi -ha aggiunto- grazie all’art. 8 l’effetto retroattivo di Pomigliano e Mirafiori c’è. Marchionne dice che la sottoscrizione dell’accordo interconfederale avrebbe depotenziato l’art. 8 ma questo non è vero». Marcegaglia ha poi spiegato di aver ricevuto il parere dei tre giuslavoristi italiani importanti, vale a dire Ichino, Maresca e Della Aringa «che dicono esattamente il contrario e cioè che la sottoscrizione definitiva del 28 giugno non mina minimamente la portata e l’efficacia dell’art. 8, anzi in un certo senso lo rafforza e quindi questo tipo di motivazioni non stanno in piedi dal punto di vista tecnico». (Corriere del Sera)

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