E i tirocinanti precari celebrano il funerale della Giustizia
NAPOLI (di Attilio Iannuzzo – Il Mattino) – Scade il prossimo 30 aprile il contratto dei tirocinanti della giustizia al quale però non seguirà nessun rinnovo. Sono 3000 i «precari della giustizia» in tutta Italia e 300 in Campania che lavorano a supporto delle attività di cancelleria e degli uffici giudiziari.
Ieri molti di loro si sono ritrovati davanti al palazzo di giustizia al Centro direzionale per celebrare una sorta di funerale della giustizia con tanto di lumini e manifesti funebri. «Abbiamo chiesto di continuare il nostro percorso formativo – spiega il portavoce dei precari Antonio Cavallaro – ma soprattutto un impegno dell’amministrazione, tale da garantire il passaggio dallo status di tirocinante a quello di lavoratore, un riconoscimento dovuto in quanto lavoriamo in questo settore dal 2012».
Contratti rinnovati di anno in anno in modo precario, nonostante la legge vieti espressamente la durata del tirocinio oltre i 6 mesi senza un cambio di status contrattuale. Il primo maggio i precari si incontreranno a Roma per manifestare davanti al ministero della Giustizia e per rivendicare la continuazione del loro percorso lavorativo. «Ci sembra inverosimile – continua Cavallaro – riscontrare una carenza di 9mila unità nell’organico degli uffici giudiziari a cui si aggiungono altre 3mila risorse che tornano a casa dopo essere state formate». Per «L’Unione Precari della Giustizia»restai nspiegabile il mancato rinnovo contrattuale e soprattutto il disinteresse della politica sulla vicenda. «Siamo passati dagli Enti locali – insiste Cavallaro – alle dipendenze del ministero della Giustizia, nonostante a tutti gli effetti lavoratori precari e solo sulla carta tirocinanti». La richiesta non è il mero rinnovo del tirocinio ma l’impegno politico-istituzionale affinché si attui, con un provvedimento, la trasformazione del rapporto di lavoro in un contratto a tempo determinato visto che, tra l’altro, gli ammortizzatori sociali sono terminati.
L’Unione precari giudiziari non cede e non rallenta sulla vertenza,gli aderenti al movimento si dicono «pronti a tutto» e scendono in piazza in quanto «dopo vent’anni di mancati concorsi bisogna individuare qual è la reale volontà politica sul fronte giustizia».