Crisi degli aeroporti del Sud: parla l’ad di Gesac Barbieri
Dagli aeroporti agli interporti che con la pandemia hanno visto crescere i loro traffici. Gli interporti e le piattaforme logistiche meridionali – si legge sul Rapporto Sud del Sole 24 Ore in edicola venerdì 13 novembre- sono aree con grande potenzialità di sviluppo, e tali da favorire l’affermazione del Mezzogiorno d’Italia come piattaforma logistica del Mediterraneo. Oggi – spiega il supplemento dedicato ai territori del Sud Italia – si fa conto su due opportunità: l’avvio delle Zes, (che coincidono con interporti, porti e aeroporti e aree vicine) atteso da anni, e la nuova normativa, la legge “Rotelli”, all’esame del Parlamento, che ne definisce i requisiti e prevede un nuovo regime fiscale. In Campania, secondo il Rapporto Sud, la componente della logistica registra nel 2020 un leggero incremento dei flussi. La Interporto Servizi Cargo – controllata al 100% da Interporto Campano – ha realizzato nel 2019 un fatturato “core” in crescita, relativo alla vendita di servizi di trazione ferroviaria per 20 milioni e, insieme a ISC Intermodal (che commercializza gli spazi sui treni) ha approvato un Piano industriale quinquennale 2020/2024. L’Interporto di Nola è integralmente ricompreso nel perimetro della ZES Campania, Zona economica speciale. «Oggi le parole d’ordine sono crescita e innovazione – dice Claudio Ricci, addi Interporto Campano S.p.A – quindi, ampliamento dell’area interportuale e valorizzazione del sito esistente». Sempre in Campania, a pochi chilometri dal primo, c’è un secondo interoporto (Maddaloni-Marcianise) che, passato per una grave crisi finanziaria e per uno scandalo che ne ha azzerato la governance, da sei mesi tenta il rilancio. «Parliamo di una realtà dalle grandi potenzialità – dice al Rapporto Sud il vicepresidente dell’Interporto Sud Europa Giancarlo Cangiano – con 100mila metri quadrati di capannoni con collegamento ferroviario, 340mila mq in affitto e 33 operatori logistici».
Sul Rapporto Sud del Sole 24 Ore, in edicola venerdì 13 novembre in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna anche l’intervista a Riccardo Monti, neo presidente dell’Interporto Sud Europa, di Maddaloni e Marcianise, ex presidente dell’Ice, che spiega i motivi del bilancio positivo del settore della logistica e del trasporto merci. “Potrei parlare di una accelerazione dell’e-commerce e di alcuni settori come l’alimentare che tengono. Ma l’analisi deve partire da prima del Covid e da una forte crescita del commercio globale che ormai predilige le rotte mediterranee. Le ragioni sono note: l’impiego di mega navi, il raddoppio del canale di Suez, la strategia cinese della Via della Seta. L’Italia e in particolare il Sud si trovano in una posizione ideale per intercettare questi traffici”. Per Monti i porti e i programmi di dragaggio sono le infrastrutture prioritarie: “Si deve accelerare a Napoli, Salerno, Taranto, Gioia Tauro, bisogna fare in fretta. Si tratta di interventi fondamentali per consentire l’approdo di grandi navi. Abbiamo maturato 30 anni di ritardo, non possiamo negarlo. Le infrastrutture al Sud mancano e non se ne può più fare a meno. Ora ci sono due occasioni importanti. La prima, è banale, ne parlano tutti, è il Recovery Fund che potrebbe offrire risorse per migliorare infrastrutture, anche sostenibili e dare un contributo duraturo alla rinascita del Meridione e dell’Italia. L’altra chance è rappresentata dalle Zes, le zone economiche speciali. Le “benedette” Zes, di cui attendiamo i commissari e i decreti attuativi, e che si spera possano entrare in funzione al più presto”. Infine Monti parla dei programmi per l’Interporto Sud Europa: “Si tratta di un interporto localizzato in una posizione strategica, vicino all’area industriale di Marcianise in cui sono presenti primarie imprese manifatturiere. A breve inaugureremo i caselli autostradali all’interno dell’area interportuale”.
Il supplemento del Sole 24Ore dedicato ai territori del Sud propone poi l’intervista al neo presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli, Maurizio Manfellotto, manager di Hitachi, che al Rapporto Sud racconta i quattro pilastri nei programmi e nelle idee per il suo mandato: progettare guardando al futuro, realizzare, cooperare. Superare il divario tra Nord e Sud. Poi commenta gli strumenti di sostegno messi in campo dal Governo per le aree del Mezzogiorno: “Il Mezzogiorno d’Italia che sconta una condizione di arretratezza storica. Lo sgravio del 30% può aiutare le imprese ad assumere purché venga prorogato per un tempo sufficiente di almeno dieci anni. Poi l’incremento della dote del Fondo di sviluppo e coesione e gli incentivi agli investimenti servono ad ammodernare territori e impianti industriali. In generale il Piano del Sud del ministro Provenzano, accolto unanimemente con interesse, è senza dubbio un ottimo punto di programma”. Sulle Zes: “Ora attendiamo la nomina dei commissari. Ma sia chiaro, non sempre i commissari riescono a centrare gli obiettivi, ne abbiamo molti esempi. Mi domando: è giusto mettere il nostro destino nelle mani di poche persone?”. Da quali progetti partirebbe per il Sud e per la provincia di Napoli su cui la sua Unione industriali ha competenza? “Il Sud ha bisogno di infrastrutturefisiche e non: potenziare i trasporti iporti, la logistica, le strade e metteretutto ciò in connessione, migliorare lecittà, riqualificare le periferie. E serveinvestire sulle bonifiche e il risanamentoidrogeologico: i territori italianicadono a pezzi. Bisogna aver chiaroche siamo in una posizione centralenel Mediterraneo e da cui si può ricavarericchezza. Servono le reti, l’innovazione,la ricerca. Scuole, cultura: inquesto campo siamo un unicum e ilturismo può crescere ancora, ma oggiè un potenziale non valorizzato e utilizzato”. Sulla vertenza Whirlpool: “La vertenza Whirlpool è solo l’ultima di una serie di crisi industriali generate da un contesto sfavorevole e da nessun vantaggio competitivo per colmare distanze e disuguaglianze. Anche le imprese locali, in condizioni difficili, potrebbero andarsene”.
Il Rapporto Sud punta i fari anche su due casi virtuosi di aziende agroalimentari: il pastificio De Matteis di Flumeri (Avellino) e il caseificio Garofalo di Capua (Caserta). Il primo produce e distribuisce da settembre scorso pasta con zero residui di pesticidi e glifosato. Pur utilizzando grano proveniente da agricoltura convenzionale. E a garantirlo, oltre ai numerosi controlli interni all’azienda, provvede anche l’ente di certificazione, il prestigioso Bureau Veritas. Il grano utilizzato per produrre Pasta Armando proviene da 8 regioni d’Italia ed è coltivato dalle 1.300 aziende agricole che con il pastificio De Matteis, ogni anno, sottoscrivono un patto diretto, il “Patto Armando”. Tale accordo, siglato da ciascun coltivatore con l’azienda, senza alcuna intermediazione, impegna l’agricoltore a rispettare un rigoroso disciplinare, tecnico elaborato da agronomi esperti, che l’azienda vuole sempre al fianco degli agricoltori, con prescrizioni rigide anche sul fronte della sicurezza alimentare e della sostenibilità. L’azienda, a sua volta, si impegna ad acquistare tutto il raccolto pattuito a un prezzo minimo garantito. De Matteis Agroalimentare nasce nel 1993 a Flumeri (AV). Oggi conta 270 dipendenti ed esporta in oltre 40 Paesi del mondo, realizzando un fatturato (dati al 2019) di 155 milioni ottenuto per l’80% all’estero. Il primo semestre del 2020 ha confermato il trend di crescita dell’azienda che, nonostante le complessità del periodo, ha prodotto e fornito pasta al mercato italiano e a oltre 40 Paesi nel mondo, con un incremento delle vendite del 24%.
Fattorie Garofalo produrrà mozzarella (una sorta di linea “premium”) con solo latte fresco di giornata. Può sembrare banale, forse ovvio, trattandosi di una Dop. E, invece, è una importante novità, poichè, di solito, il latte di bufala per la produzione di mozzarella Dop può essere conservato in frigorifero a 4 gradi per 60 ore. Lo consente il disciplinare di produzione della Mozzarella di bufala campana Dop. L’adozione da parte di Fattorie Garofalo di una raccolta del latte secondo le metodiche del just in time, riduce il tempo di esposizione al freddo del latte a meno di 24 ore, consentendo la conservazione di buona parte del flavor del latte fresco, che passa quindi nel prodotto finito. L’azienda di Capua nel 2019 ha registrato un fatturato di 100,7 milioni, registrando una crescita del 10,65% sull’anno precedente. Il gruppo raggiunge con i propri prodotti oltre 40 Paesi, e ha sedi per il retail in Gran Bretagna e Francia. Cresce anche l’occupazione che raggiunge le 384 unità medie annue. Il 2020, dopo un forte calo di vendite nel primo lockdown è in pieno recupero.
Il prossimo numero del Rapporto Sud del Sole 24 Ore, in edicola venerdì 13 novembre in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna dedica un ampio reportage alla crisi degli aeroporti del Sud dovuta al drastico calo degli spostamenti a causa del Covid-19. Parola dell’amministratore delegato di Gesac (la società controllata da F2i che gestisce gli scali di Napoli Capodichino e Salerno Pontecagnano), Roberto Barbieri, che al Rapporto Sud spiega: “La crisi indotta dall’epidemia è più grave al Sud. Se gli aeroporti italiani prevedono che chiuderanno il 2020 con un calo di passeggeri e di fatturato dell’80%, il Mezzogiorno perde molto di più. Anzi il doppio”. Per l’associazione di categoria confindustriale il sistema nazionale degli aeroporti perde l’83% dei passeggeri, il 68% dei movimenti aerei e il 33% delle merci. Non solo, Assaeroporti stima che l’anno potrebbe chiudersi con 58 milioni di passeggeri, il 70% in meno rispetto ai 193 milioni registrati nel 2019 e con una contrazione del fatturato per i gestori aeroportuali pari a 2 miliardi. “Pensiamo a Capodichino, nel 2019 abbiamo raggiunto gli 11 milioni di passeggeri di cui circa 7 milioni di turisti stranieri– specifica Barbieri. Con il calo del traffico aereo, insomma, anche il turismo, la ristorazione, l’intrattenimento soffrono. Quel movimento turistico che nei tempi pre Covid era punto di forza del sistema meridionale oggi diventa criticità. Vedo un disastro in tutto il 2020 e un primo semestre 2021 ancora molto duro. Al Governo chiediamo di vincolare gli aiuti agli investimenti previsti dal contratto di programma. L’aiuto potrebbe essere destinato alla realizzazione degli interventi previsti dai contratti legati alle concessioni. Siamo costretti a tenere funzionante l’infrastruttura e le luci accese anche se dalle nostre piste decolla un solo volo aereo al giorno, come è successo ad aprile. In questo periodo di epidemia da Covid, inoltre abbiamo dovuto sostenere ingenti investimenti per attrezzare gli aeroporti con termoscanner, cabine di sanificazione, altri impianti per la sicurezza”. Il covid ha modificato le abitudini di vita dei cittadini di tutto il mondo e così gli aeroporti cercano altre fonti di guadagno, come spiega Barbieri al Sole 24 Ore: “A Capodichino, stiamo investendo solo nell’area cargo, poiché prevediamo una crescita del traffico merci e a questo scopo abbiamo accolto due organizzazioni della logistica”. Le previsioni di Barbieri per il 2020: “Nel 2020 ci fermeremo a 2,8 milioni di passeggeri movimentati, contro i 10,9 milioni del 2019”. Per quanto riguarda l’aeroporto di Salerno, l’ad Gesac assicura al Rapporto Sud del Sole 24 Ore: “Il progetto non è stato cancellato. Ora attendiamo che si esprima il Consiglio di Stato sul ricorso di 12 proprietari di terreni limitrofi e faremo partire anche la gara per la costruzione della pista”. F2i ha acquisito anche il 79,8% delle azioni dello scalo di Olbia,secondo Barbieri: “Consentirà di migliorare la gestione degli aeroporti dell’isola creando un sistema sardo, di cui potrà far parte anche Cagliari quando sarà il momento. E inoltre anche con Napoli ci saranno certo utili sinergie”.
Dagli aeroporti agli interporti che con la pandemia hanno visto crescere i loro traffici. Gli interporti e le piattaforme logistiche meridionali – si legge sul Rapporto Sud del Sole 24 Ore in edicola venerdì 13 novembre- sono aree con grande potenzialità di sviluppo, e tali da favorire l’affermazione del Mezzogiorno d’Italia come piattaforma logistica del Mediterraneo. Oggi – spiega il supplemento dedicato ai territori del Sud Italia – si fa conto su due opportunità: l’avvio delle Zes, (che coincidono con interporti, porti e aeroporti e aree vicine) atteso da anni, e la nuova normativa, la legge “Rotelli”, all’esame del Parlamento, che ne definisce i requisiti e prevede un nuovo regime fiscale. In Campania, secondo il Rapporto Sud, la componente della logistica registra nel 2020 un leggero incremento dei flussi. La Interporto Servizi Cargo – controllata al 100% da Interporto Campano – ha realizzato nel 2019 un fatturato “core” in crescita, relativo alla vendita di servizi di trazione ferroviaria per 20 milioni e, insieme a ISC Intermodal (che commercializza gli spazi sui treni) ha approvato un Piano industriale quinquennale 2020/2024. L’Interporto di Nola è integralmente ricompreso nel perimetro della ZES Campania, Zona economica speciale. «Oggi le parole d’ordine sono crescita e innovazione – dice Claudio Ricci, addi Interporto Campano S.p.A – quindi, ampliamento dell’area interportuale e valorizzazione del sito esistente». Sempre in Campania, a pochi chilometri dal primo, c’è un secondo interoporto (Maddaloni-Marcianise) che, passato per una grave crisi finanziaria e per uno scandalo che ne ha azzerato la governance, da sei mesi tenta il rilancio. «Parliamo di una realtà dalle grandi potenzialità – dice al Rapporto Sud il vicepresidente dell’Interporto Sud Europa Giancarlo Cangiano – con 100mila metri quadrati di capannoni con collegamento ferroviario, 340mila mq in affitto e 33 operatori logistici».
Sul Rapporto Sud del Sole 24 Ore, in edicola venerdì 13 novembre in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna anche l’intervista a Riccardo Monti, neo presidente dell’Interporto Sud Europa, di Maddaloni e Marcianise, ex presidente dell’Ice, che spiega i motivi del bilancio positivo del settore della logistica e del trasporto merci. “Potrei parlare di una accelerazione dell’e-commerce e di alcuni settori come l’alimentare che tengono. Ma l’analisi deve partire da prima del Covid e da una forte crescita del commercio globale che ormai predilige le rotte mediterranee. Le ragioni sono note: l’impiego di mega navi, il raddoppio del canale di Suez, la strategia cinese della Via della Seta. L’Italia e in particolare il Sud si trovano in una posizione ideale per intercettare questi traffici”. Per Monti i porti e i programmi di dragaggio sono le infrastrutture prioritarie: “Si deve accelerare a Napoli, Salerno, Taranto, Gioia Tauro, bisogna fare in fretta. Si tratta di interventi fondamentali per consentire l’approdo di grandi navi. Abbiamo maturato 30 anni di ritardo, non possiamo negarlo. Le infrastrutture al Sud mancano e non se ne può più fare a meno. Ora ci sono due occasioni importanti. La prima, è banale, ne parlano tutti, è il Recovery Fund che potrebbe offrire risorse per migliorare infrastrutture, anche sostenibili e dare un contributo duraturo alla rinascita del Meridione e dell’Italia. L’altra chance è rappresentata dalle Zes, le zone economiche speciali. Le “benedette” Zes, di cui attendiamo i commissari e i decreti attuativi, e che si spera possano entrare in funzione al più presto”. Infine Monti parla dei programmi per l’Interporto Sud Europa: “Si tratta di un interporto localizzato in una posizione strategica, vicino all’area industriale di Marcianise in cui sono presenti primarie imprese manifatturiere. A breve inaugureremo i caselli autostradali all’interno dell’area interportuale”.
Il supplemento del Sole 24Ore dedicato ai territori del Sud propone poi l’intervista al neo presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli, Maurizio Manfellotto, manager di Hitachi, che al Rapporto Sud racconta i quattro pilastri nei programmi e nelle idee per il suo mandato: progettare guardando al futuro, realizzare, cooperare. Superare il divario tra Nord e Sud. Poi commenta gli strumenti di sostegno messi in campo dal Governo per le aree del Mezzogiorno: “Il Mezzogiorno d’Italia che sconta una condizione di arretratezza storica. Lo sgravio del 30% può aiutare le imprese ad assumere purché venga prorogato per un tempo sufficiente di almeno dieci anni. Poi l’incremento della dote del Fondo di sviluppo e coesione e gli incentivi agli investimenti servono ad ammodernare territori e impianti industriali. In generale il Piano del Sud del ministro Provenzano, accolto unanimemente con interesse, è senza dubbio un ottimo punto di programma”. Sulle Zes: “Ora attendiamo la nomina dei commissari. Ma sia chiaro, non sempre i commissari riescono a centrare gli obiettivi, ne abbiamo molti esempi. Mi domando: è giusto mettere il nostro destino nelle mani di poche persone?”. Da quali progetti partirebbe per il Sud e per la provincia di Napoli su cui la sua Unione industriali ha competenza? “Il Sud ha bisogno di infrastrutturefisiche e non: potenziare i trasporti iporti, la logistica, le strade e metteretutto ciò in connessione, migliorare lecittà, riqualificare le periferie. E serveinvestire sulle bonifiche e il risanamentoidrogeologico: i territori italianicadono a pezzi. Bisogna aver chiaroche siamo in una posizione centralenel Mediterraneo e da cui si può ricavarericchezza. Servono le reti, l’innovazione,la ricerca. Scuole, cultura: inquesto campo siamo un unicum e ilturismo può crescere ancora, ma oggiè un potenziale non valorizzato e utilizzato”. Sulla vertenza Whirlpool: “La vertenza Whirlpool è solo l’ultima di una serie di crisi industriali generate da un contesto sfavorevole e da nessun vantaggio competitivo per colmare distanze e disuguaglianze. Anche le imprese locali, in condizioni difficili, potrebbero andarsene”.
Il Rapporto Sud punta i fari anche su due casi virtuosi di aziende agroalimentari: il pastificio De Matteis di Flumeri (Avellino) e il caseificio Garofalo di Capua (Caserta). Il primo produce e distribuisce da settembre scorso pasta con zero residui di pesticidi e glifosato. Pur utilizzando grano proveniente da agricoltura convenzionale. E a garantirlo, oltre ai numerosi controlli interni all’azienda, provvede anche l’ente di certificazione, il prestigioso Bureau Veritas. Il grano utilizzato per produrre Pasta Armando proviene da 8 regioni d’Italia ed è coltivato dalle 1.300 aziende agricole che con il pastificio De Matteis, ogni anno, sottoscrivono un patto diretto, il “Patto Armando”. Tale accordo, siglato da ciascun coltivatore con l’azienda, senza alcuna intermediazione, impegna l’agricoltore a rispettare un rigoroso disciplinare, tecnico elaborato da agronomi esperti, che l’azienda vuole sempre al fianco degli agricoltori, con prescrizioni rigide anche sul fronte della sicurezza alimentare e della sostenibilità. L’azienda, a sua volta, si impegna ad acquistare tutto il raccolto pattuito a un prezzo minimo garantito. De Matteis Agroalimentare nasce nel 1993 a Flumeri (AV). Oggi conta 270 dipendenti ed esporta in oltre 40 Paesi del mondo, realizzando un fatturato (dati al 2019) di 155 milioni ottenuto per l’80% all’estero. Il primo semestre del 2020 ha confermato il trend di crescita dell’azienda che, nonostante le complessità del periodo, ha prodotto e fornito pasta al mercato italiano e a oltre 40 Paesi nel mondo, con un incremento delle vendite del 24%.
Fattorie Garofalo produrrà mozzarella (una sorta di linea “premium”) con solo latte fresco di giornata. Può sembrare banale, forse ovvio, trattandosi di una Dop. E, invece, è una importante novità, poichè, di solito, il latte di bufala per la produzione di mozzarella Dop può essere conservato in frigorifero a 4 gradi per 60 ore. Lo consente il disciplinare di produzione della Mozzarella di bufala campana Dop. L’adozione da parte di Fattorie Garofalo di una raccolta del latte secondo le metodiche del just in time, riduce il tempo di esposizione al freddo del latte a meno di 24 ore, consentendo la conservazione di buona parte del flavor del latte fresco, che passa quindi nel prodotto finito. L’azienda di Capua nel 2019 ha registrato un fatturato di 100,7 milioni, registrando una crescita del 10,65% sull’anno precedente. Il gruppo raggiunge con i propri prodotti oltre 40 Paesi, e ha sedi per il retail in Gran Bretagna e Francia. Cresce anche l’occupazione che raggiunge le 384 unità medie annue. Il 2020, dopo un forte calo di vendite nel primo lockdown è in pieno recupero.