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Migrazione sanitaria in onco-ematologia pediatrica in Italia: uno studio rivela tendenze e sfide

Un nuovo studio condotto dall’Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP), recentemente pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics, offre uno sguardo approfondito sulla migrazione sanitaria in ambito onco-ematologico pediatrico in Italia. Questo studio, basato su dati raccolti nell’arco di tre decenni, fornisce una panoramica chiara e dettagliata delle tendenze, dei fattori e degli impatti associati alla migrazione dei pazienti pediatrici affetti da patologie onco-ematologiche.

La rete di centri AIEOP, estesa su gran parte del territorio nazionale, rappresenta una risorsa fondamentale per la cura dei piccoli pazienti. Tuttavia, regioni come la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta, non disponendo di centri AIEOP, devono fare affidamento su strutture geograficamente vicine per la gestione di tali patologie. Nonostante gli sforzi compiuti nel migliorare l’accesso alle cure, la migrazione sanitaria in onco-ematologia pediatrica verso ospedali al di fuori della regione di residenza rimane un fenomeno diffuso.

Secondo i risultati dello studio, condotto su oltre 41.000 pazienti nel periodo 1988-2017, la migrazione extra-regionale è stata documentata nel 19,5% dei casi. Tuttavia, è incoraggiante notare un trend in diminuzione, con una riduzione dal 23,3% al 16,4% nel corso di due decenni. Ciò suggerisce che i progressi compiuti nella distribuzione dei centri AIEOP potrebbero aver contribuito a una maggiore accessibilità alle cure in loco.

È interessante notare che la migrazione sanitaria sembra coinvolgere maggiormente pazienti affetti da tumori solidi rispetto a quelli affetti da leucemie e linfomi. I flussi migratori più significativi hanno origine dal Sud e dalle Isole, evidenziando disparità regionali nella distribuzione delle risorse sanitarie.

Uno degli aspetti cruciali evidenziati dallo studio riguarda l’impatto della migrazione sanitaria sulle possibilità di guarigione. I pazienti che si spostano fuori regione presentano una sopravvivenza complessiva a 10 anni dalla diagnosi inferiore rispetto a quelli curati in centri vicini a casa. Tuttavia, va sottolineato che questa disparità potrebbe essere correlata a diversi fattori, come il ritardo nell’accesso alle cure specializzate o la presenza di malattie in fase avanzata già al momento della diagnosi.

Il Dott. Arcangelo Prete, Presidente di AIEOP, sottolinea che la migrazione sanitaria non dovrebbe essere demonizzata, ma piuttosto affrontata con un approccio mirato. Le patologie trattate sono rare e richiedono centri altamente specializzati, il cui ruolo è fondamentale nel garantire cure di alta qualità. Tuttavia, è essenziale comprendere appieno le dinamiche di questo fenomeno al fine di ottimizzare l’accesso alle cure e migliorare le prospettive di guarigione per tutti i pazienti.

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