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Le caso delle chat di Fratelli d’Italia: insulti a Salvini e nostalgie fasciste

Le recenti rivelazioni sui messaggi scambiati nelle chat interne di Fratelli d’Italia stanno scuotendo il panorama politico italiano. Il libro del giornalista Giacomo Salvini, Fratelli di chat, svela conversazioni riservate tra la premier Giorgia Meloni e alcuni esponenti del suo partito, nelle quali emergono insulti al vicepremier Matteo Salvini e riferimenti nostalgici al fascismo. Le conversazioni, che si estendono dal 2018 al 2024, rivelano un atteggiamento sprezzante nei confronti del leader della Lega. Salvini viene definito con epiteti quali “bimbominkia”, “cialtrone”, “ridicolo”, “incapace” e persino “un Renzi di destra”. Le critiche non risparmiano nemmeno la Lega, descritta come un partito che *”non ha onore”* e *”non rispetta la parola data”. In particolare, emerge un messaggio del 2018 in cui Giovanbattista Fazzolari, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, si riferisce a Salvini come *”ministro bimbominkia”* dopo una sua dichiarazione su Hezbollah in Israele. Meloni, nel 2020, avrebbe invece scritto che la Lega *”non mantiene la parola data”* e che *”non si può fare il partito di destra senza onore”*.

Queste conversazioni, chiuse ufficialmente nell’ottobre 2024, dimostrano che i rapporti tra FdI e la Lega erano tesi anche prima della formazione del governo. Al di là delle critiche a Salvini, le chat rivelano un atteggiamento ambiguo di Fratelli d’Italia nei confronti del fascismo. In una conversazione del 2021, Meloni avrebbe ammesso la difficoltà nel prendere pubblicamente le distanze dal regime, affermando: *”Più facile a dirsi che a farsi”*. Inoltre, avrebbe chiesto ai suoi di evitare riferimenti espliciti al passato, scrivendo: *”Se dite ai nostri consiglieri regionali di non mettere *Claretta e Ben* come sottofondo alle loro conferenze stampa mi date una mano”*, un chiaro riferimento a un gruppo musicale neofascista. In un altro scambio, Tommaso Foti, oggi ministro per gli Affari europei, definiva Benito Mussolini *”un gigante”*, con la ‘G’ maiuscola, alimentando ulteriori polemiche sull’identità storica del partito.

Le rivelazioni hanno scatenato reazioni contrastanti. Da Palazzo Chigi non sono giunti commenti ufficiali, ma Fazzolari ha minimizzato la vicenda sostenendo che si tratta di “battute estrapolate dal contesto”*. Ha inoltre espresso rammarico per il tentativo di creare tensioni nella maggioranza, sottolineando che i rapporti con la Lega sono *”eccellenti”. Salvini, pur irritato, ha cercato di non alimentare lo scontro, affermando: “Non fa piacere leggere certe cose, ma sono certo che non rispecchiano il pensiero attuale degli alleati”. Dall’opposizione, invece, Matteo Renzi ha attaccato duramente la maggioranza, affermando che *”definire ‘bimbominkia’ il vicepremier Salvini è imbarazzante” e sottolineando che “se consideri uno un ‘bimbominkia’, non lo nomini vicepresidente”.

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