La Fiorillo: Ruby? Ricordo tutto
MILANO (di Alessandra Coppola) – C’è ancora qualcosa da chiarire? «Tutto, è tutto da spiegare». Travolta dall’improvvisa ribalta mediatica, «costretta da me stessa» a tornare con la memoria al 27 e 28 maggio scorsi, per ristabilire «la mia versione», quella che – dice – «nessuno ancora mi aveva chiesto», Annamaria Fiorillo, pubblico ministero di turno al Tribunale dei minori di Milano in quello che è diventato il caso Ruby, mette un punto alle interviste e alle ricostruzioni con un’apparizione televisiva oggi alle 14.30, alla trasmissione In 1/2h di Lucia Annunziata. E chiude così la settimana che le ha «cambiato la vita». Martedì la Fiorillo vede in tv il servizio sul ministro dell’Interno Roberto Maroni che al Senato dice: quella notte sono state «rispettate tutte le procedure», compreso l’affido dell’allora minorenne Karima El Mahroug, alias Ruby, alla consigliera regionale pdl Nicole Minetti, «il caso è chiuso». Mercoledì, la pm vede i giornalisti assiepati davanti al Tribunale dei minori per un’altra vicenda e, «indignata» per le parole di Maroni, impulsiva e spontanea, decide di parlare: mai bevuta la storia che Ruby fosse nipote di Mubarak, mai affidato la ragazza alla Minetti, «scriverò al Csm». L’argine è rotto. Giovedì il magistrato va oltre: «Maroni ha calpestato la legalità». Il ministro annuncia querela, e ora, alla notizia dell’apparizione in tv, commenta: «Bene, bene…».
Dottoressa Fiorillo, perché esporsi ancora?
«Devo spiegare tutto».
Non l’ha fatto già in questi giorni?
«I giornali sono stati imprecisi, hanno scritto anche cose vere, ma non mi piace come le hanno riportate… La mia foto, per esempio, accanto a quella di Fabrizio Corona, che c’entra? E l’articolo in cui avete scritto “ci sono due pm”, una che ricorda e l’altra no… Ma se io ricordo benissimo!».
Il nodo è quel passaggio della relazione al suo capo, il procuratore Monica Frediani, in cui lei scrive «non ricordo di avere autorizzato l’affidamento…».
«Ho usato quell’espressione perché la premessa della relazione è: “Espongo quanto emerge dal mio ricordo…”. L’autorizzazione all’affido non è nel mio ricordo, perché non l’ho data. Ho fatto un errore nella costruzione della frase, avrei dovuto scrivere: “Ricordo di non avere autorizzato”, perché questo era il senso».
Perché ha deciso di spiegarlo in televisione?
«Sono stata invitata a partecipare a molte trasmissioni, ma per ora ho intenzione di fare solo questa apparizione. Penso sia importante avere modo di parlare senza che ci sia discussione, senza il coinvolgimento di altri. In modo lineare, liberamente, con un pochino di tempo che mi permetta di approfondire. Senza possibilità di manipolazioni. Mi è sembrato che la formula della trasmissione dell’Annunziata mi consentisse più neutralità».
Qualcuno la accuserà di volersi mettere in mostra.
«Certo, sono in molti a dirlo. Dicono anche che mi voglio mettere contro il sistema. Ma non è così. Per me è stata una decisione molto sofferta, che so che avrà conseguenze importanti, anche gravi. Ho ricevuto anche molta solidarietà, soprattutto dalla gente comune, come me: mi dicono col cuore di essere dalla mia parte».
E dai colleghi?
«Per loro la situazione è più imbarazzante, devono mantenere un equilibrio».
Che cosa dirà in tv?
«Si sarebbe potuta registrare, la trasmissione. Io invece ho scelto la diretta. Perché voglio che chi mi ascolta mi comprenda, possa vedermi in faccia in quel momento, sentire la mia sincerità, capire il rischio che sto correndo. Vorrei che passasse l’autenticità, la purezza».
Ma perché non ha detto tutto prima, quando il caso Ruby è esploso, due settimane fa?
«Io li ho fatti i miei passi istituzionali, non hanno voluto sentirmi. È così che sono arrivata a questo punto. Lo ripeto, sono consapevole delle conseguenze». (Corriere della Sera)