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Cronaca

Il pentimento di Sandokan, l’analisi di Roberto Saviano

Sandokan, figura chiave del clan dei Casalesi, rappresenta una fonte di conoscenza unica sulla storia del potere camorristico, avendo dominato per decenni un’organizzazione criminale caratterizzata da una diarchia con Bidognetti. Il suo potenziale pentimento potrebbe rivelare dettagli cruciali su una vasta gamma di temi, dall’economia criminale agli investimenti, dai legami con la politica alle questioni finanziarie.

Roberto Saviano, in una sua analisi, sottolinea la necessità di valutare attentamente la sincerità di tale pentimento. Il fatto che la moglie e i figli di Schiavone non abbiano avuto un impatto significativo fino a questo momento solleva interrogativi sulle reali intenzioni dell’ex capo criminale.

«Sandokan è il capo del clan dei Casalesi, che vengono governati da più di un decennio da una diarchia, con Schiavone e Bidognetti – spiega lo scrittore napoletano -. Il suo pentimento, se reale, potrebbe fare la differenza. Lui conosce mezzo secolo di storia del potere camorristico. Il suo clan è stato tra i pochissimi ad avere direttamente un proprio rappresentante al governo, il sottosegretario all’Economia Cosentino, che sta scontando il carcere per questo».

L’analisi di Saviano si spinge oltre, esplorando le possibili motivazioni dietro il presunto pentimento di Sandokan. Dopo anni di silenzio e duro carcere, è plausibile che Schiavone abbia cercato un’opportunità per salvare sé stesso e la propria famiglia, o potrebbe aver valutato la possibilità di sfruttare la sua conoscenza per ottenere benefici nel contesto di uno stato che appare fragile nell’affrontare il crimine organizzato.

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