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Il governo italiano respinge il Green Pass globale: «Proteggere la sovranità nazionale»

Il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, ha dichiarato categoricamente che l’Italia non aderirà al Green Pass globale, un’iniziativa congiunta tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Unione Europea per creare certificazioni sanitarie digitali condivise a livello mondiale. In un’intervista concessa a La Verità, Schillaci ha sottolineato l’impegno del governo italiano nel salvaguardare i dati dei cittadini e gli interessi nazionali, ribadendo che non ci sarà alcuna cessione di sovranità all’OMS.

Le critiche del ministro Schillaci nei confronti dell’OMS non sono mancate, soprattutto riguardo alla questione dei fondi dell’ente delle Nazioni Unite. Schillaci ha espresso il convincimento dell’Italia che la maggior parte dei fondi per l’OMS dovrebbe provenire dagli Stati membri stessi, al fine di aumentare il peso specifico degli Stati nelle decisioni dell’organizzazione. Questa posizione riflette la volontà del governo italiano di proteggere gli interessi nazionali e di contrastare qualsiasi logica di potere assoluto.

La decisione del governo italiano di respingere il Green Pass globale è stata resa nota già alcune settimane fa, quando il ministro Schillaci ha emesso una nota in cui chiariva che l’Italia non aveva intenzione di aderire all’iniziativa. Questa precisazione è stata motivata dalla presenza nel decreto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di riferimenti alla piattaforma utilizzata durante la pandemia di COVID-19, valida a livello europeo, ma senza l’intento di supportare il Green Pass globale. Schillaci ha assicurato che verranno apportate correzioni al testo del decreto per garantire la coerenza con la decisione del governo italiano.

L’accordo tra l’OMS e l’Unione Europea per il Green Pass globale è stato definito come un “partenariato digitale” e si basa sull’esperienza del Certificato COVID digitale dell’UE. Tuttavia, l’Italia ha deciso autonomamente di non aderire all’iniziativa, sottolineando che l’adesione alla rete mondiale di certificazione sanitaria digitale dell’OMS è volontaria per gli Stati membri. La posizione del governo italiano è chiara nel proteggere gli interessi nazionali e nel garantire la gestione autonoma dei dati sanitari dei cittadini italiani.

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