Notizie dall'Italia e dal mondo

Primo Piano

Zelensky chiama Trump: “Dalla tregua in Medio Oriente un segnale per la pace anche in Ucraina”

Un dialogo di mezz’ora che potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra Washington e Kiev. Volodymyr Zelensky e Donald Trump hanno avuto un colloquio telefonico definito “molto positivo e produttivo”, incentrato su difesa, diplomazia e sul possibile ruolo degli Stati Uniti nella guerra contro la Russia. A darne notizia è stato lo stesso presidente ucraino con un messaggio pubblicato sui social, nel quale ha espresso “gratitudine per l’attenzione e il sostegno” del leader americano.

La chiamata arriva in un momento delicato per l’Ucraina, impegnata a fronteggiare una nuova ondata di attacchi russi contro infrastrutture energetiche e strategiche, e mentre Kiev cerca di consolidare l’appoggio dei partner internazionali. Nelle ore precedenti, Zelensky aveva avuto contatti anche con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer e il presidente finlandese Alexander Stubb. Nel suo messaggio, Zelensky ha voluto congratularsi con Trump per “il successo dell’accordo in Medio Oriente”, riferendosi al cessate il fuoco raggiunto nella Striscia di Gaza. “È un risultato forte – ha scritto –. Se si riesce a fermare la guerra in quella regione, anche altre guerre possono essere fermate, compresa quella russa”. Un riconoscimento che suona come un’apertura a un possibile ruolo negoziale di Trump nella crisi ucraina. L’attuale presidente americano ha più volte dichiarato di poter “porre fine al conflitto in 24 ore”, pur senza mai chiarire nei dettagli quale sarebbe la sua strategia.

Il tema della sicurezza resta comunque al centro dei contatti tra Kiev e Washington. Zelensky ha informato Trump della situazione sul fronte interno, con particolare riferimento agli attacchi russi contro la rete energetica ucraina, e ha ribadito la necessità di rafforzare le capacità di difesa aerea del Paese. Secondo fonti di Axios, durante la conversazione si sarebbe parlato anche della possibilità che l’Ucraina ottenga i missili statunitensi a lungo raggio Tomahawk, in grado di colpire obiettivi in profondità all’interno del territorio russo. Un’ipotesi che, se confermata, rappresenterebbe un salto di qualità nel sostegno militare americano a Kiev.

Zelensky ha accennato a “buone opzioni e idee solide” discusse con Trump, aggiungendo che “ci sono accordi concreti di cui stiamo parlando”. Tuttavia, al momento, non sono stati forniti dettagli ufficiali sulle eventuali intese raggiunte. Sul piano politico, il presidente ucraino ha ribadito che una vera trattativa di pace potrà avviarsi solo quando da parte di Mosca ci sarà “una reale disponibilità a partecipare a un processo diplomatico”, che, a suo giudizio, può essere garantita solo “attraverso la forza”. Un messaggio che conferma come Kiev non intenda rinunciare alla pressione militare, pur cercando di mantenere aperti i canali internazionali. Dalla Casa Bianca, per ora, non sono giunti commenti ufficiali sulla telefonata, che sembrerebbe essere avvenuta su iniziativa diretta dei due leader, senza il coordinamento delle istituzioni statunitensi. Il colloquio arriva comunque in una fase di transizione delicata: mentre l’Ucraina tenta di evitare un calo del sostegno occidentale, Trump — tornato al centro della scena internazionale — sembra intenzionato a riaffermare il ruolo globale degli Stati Uniti anche sul fronte ucraino. In un contesto di guerra logorante e di diplomazia in cerca di spazi, la conversazione tra Zelensky e Trump rappresenta un segnale politico importante: quello di un’Ucraina che, pur sotto assedio, continua a cercare nuove sponde e nuove strade verso la pace — o almeno verso la forza necessaria per conquistarla.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.