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(Video) La notte bianca del Napoli

(Servizio di: Daniela Giordano)

Per la città di Napoli, la scorsa domenica è stata la prova generale di un solstizio d’estate. Non per via di particolari fenomeni scandinavi da sole a mezzanotte, ma soltanto perché la cittadinanza – tutta! – è andata a dormire a 24 ore dal precedente risveglio.

Nulla da eccepire, il popolo napoletano è sempre stato pronto a reagire bene alle sorprese, tanto più se sono belle come in questo caso, e non si è lasciata cogliere impreparata a dover trascorrere una notte in bianco per la vittoria della Coppa Italia. Anzi, quei festeggiamenti sono stati montati così, su due piedi, con la stessa improvvisazione che il teatro della sua miglior tradizione insegna. Nessun commento o pronostico durante la lunga giornata, soltanto qualche bancarella a vendere sciarpe, bandiere e bombolette perché – ricordiamocelo – questa è la Capitale della Superstizione, che si affida a gobbi e cornicelli vari pur di non sfidare la ciorta. Una finale è pur sempre una finale e la si può vincere come perdere, tanto più se come avversario hai la Juve che poco tempo fa ti ha umiliata con tre goal e viene fresca-fresca dalla vittoria dello scudetto.

Perciò, la gente ha atteso quel fischio d’inizio in religioso silenzio, senza dar sfogo neanche al classico delirio pre-partita per le strade. Sarà che era domenica e tutti stavano già a casa, non dovevano tornare frettolosamente da lavoro, o il ragù del pranzo aveva appesantito a sufficienza. La città è rimasta assopita, come in un Limbo, per tutto il giorno, in attesa di esultare meglio dopo casomai…e facendo corna anche al pensiero dei sogni infranti durante la stagione, tra Champions e ultime partite di campionato.

Il silenzio si è rotto già alle prime occasioni mancate del primo tempo, ma è a quel 16’ del secondo che si è sentito il primo boato, quando Lavezzi è stato messo giù in area da Storari e si è procurato il calcio di rigore realizzato da Cavani. La gente ha esultato sì, ma ancora con moderazione, la Juve avrebbe potuto sempre pareggiare. Finché non è arrivato quel goal di Hamsik a dieci minuti dalla fine, che ha messo in cantiere il risultato finale. Ecco che l’eco dell’esaltazione incontrollata si è sentito indistintamente.

Dopo 25 anni, il Napoli ha vinto la sua quarta Coppa Italia e per la città è iniziata la lunga nottata. Per le strade il delirio. Chiunque abbia deciso di restare a casa (l’indomani sarebbe stato pur sempre un giorno lavorativo…), se la sarà vista nera a prendere sonno, tra fuochi pirotecnici e clacson impazziti. Auto e motorini che hanno sfidato anche l’amara Ztl…“Chissenefrega delle 90 euro di multa. Stanotte, aggia festeggià!” Persino la pioggia si è dovuta piegare a deboli schizzichiate per non rovinare la festa. Via Caracciolo, Piazza Trieste e Trento e la sua fontana, ormai diventata simbolo dei festeggiamenti per la squadra, invasa dai tifosi più, e soprattutto meno, vestiti. Alle ore tre, i tanti irriducibili si sono spostati in Piazza Borsa in attesa dell’imminente arrivo dell’autobus della squadra, che aveva promesso di fare un giro trionfale per la città. L’attesa si è rivelata lunga perché, a Piazza Garibaldi, il pullman è stato preso letteralmente d’assalto e ha faticato a muoversi. Cambierà percorso, infatti, e anziché passare per Corso Umberto, si riverserà su Via Marina. Soltanto alle prime luci dell’alba siamo riusciti a scorgerlo all’orizzonte. Piano piano ha camminato, godendosi il bagno di folla. La squadra c’era tutta, sul CitySightSeeing gentilmente prestato, e senza il minimo cenno di stanchezza ha esultato mostrando il trofeo. Hamsik con la testa rasata era irriconoscibile…

Pochi minuti di caos…l’autobus di lì a poco ha girato ed è entrato nel porto senza mai raggiungere Piazza del Plebiscito, che magari farà da scenografia alla festa ufficiale, se De Laurentis vorrà. Finito tutto, la gente è tornata a casa con lo stesso sorriso con cui è scesa, nonostante la stanchezza. ‘A nuttata è passata

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