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(Video) Italy: Love it or Leave it all’AstraDoc

(Servizio di Daniela Giordano)

L’associazione Arci Movie ha proiettato al Cinema Astra, lo scorso venerdì, il film documentario “Italy – Love it or leave it“, di Luca Ragazzi e Gustav Hofer, nell’ambito della rassegna AstraDoc 2012 – Viaggio nel cinema del reale.

Il film, negli ultimi mesi, sta riscuotendo notevole successo del pubblico e della critica, aggiudicandosi diversi riconoscimenti e menzioni speciali delle giurie dei tanti Festival sparsi per il mondo, e vincendo il Milano Film Festival 2011 lo scorso settembre.

Bissando il successo dell’opera prima di quattro anni fa, “Improvvisamente, l’inverno scorso”, nel quale affrontavano il delicato problema di regolarizzare le coppie di fatto, sollevato dalla proposta di legge Dico del governo Prodi, stavolta i due registi tornano su un altro tema delicato: la migrazione all’estero dei giovani, cervelli o meno, alla ricerca di normali prospettive e condizioni lavorative.

Una vecchio modello di Fiat 500 per girare l’Italia da Nord a Sud, dodici personaggi che rappresentino la realtà italiana del momento e una scommessa della durata di sei mesi, il tempo necessario per traslocare dall’avviso di sfratto che Luca e Gustav hanno ricevuto dal padrone di casa. Questa è la formula del film. Sei mesi a disposizione in cui Luca dovrà convincere Gustav a non trasferirsi a Berlino, che esistono ancora validi motivi per restare nel Belpaese. Ecco, quindi, che la 500 diventerà l’emblema di un nuovo miracolo, se non economico, quello di riaccendere l’ottimismo in noi giovani, nonostante lo zigzagare tra ecomostri e munnezze che deturpano i paesaggi, operai in cassa integrazione a causa delle delocalizzazioni nell’Est Europa e imprenditori, contati sulle dita di una mano, che denunciano le richieste di pizzo dei malavitosi.

Un film davvero bello, o come ha preferito definirlo Luca Ragazzi presente in sala, un cinéma du réel anziché documentario, che consigliamo a tutti di vedere non appena si presenti l’occasione. Forse perché lancia un messaggio, a mio avviso, davvero valido: piuttosto che mandare tutto a quel (non più bel) paese, di fronte alle cose viste durante il viaggio, allineandoci così a una reazione davvero di massa, forse, proprio in questi istanti, la scelta più giusta, seppur dura, deve essere quella di restare. Lavorare qui, in tutti i modi e le forme possibili, per tentare davvero di migliorare le cose, senza dare più per scontato che il passo successivo al termine degli studi, sia obbligatoriamente andare via e cercarsi altrove la propria realizzazione. E Gustav, cosa deciderà?

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