Tensione nel Mediterraneo: Israele minaccia la nave Madleen diretta a Gaza con aiuti e attivisti
La tensione nel Mediterraneo orientale torna a salire. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di aver ordinato all’esercito (IDF) di impedire alla nave Madleen, parte della Freedom Flotilla, di raggiungere la Striscia di Gaza. A bordo dell’imbarcazione, salpata da Catania il 1° giugno, si trovano dodici attivisti civili, tra cui la nota ambientalista svedese Greta Thunberg e l’eurodeputata franco-palestinese. La risposta delle autorità israeliane è stata immediata e dura. “Ho dato istruzioni all’IDF affinché la Madleen non raggiunga Gaza”, ha dichiarato Katz in un comunicato. Ha poi attaccato duramente gli attivisti: “All’antisemita Greta e ai suoi amici dico chiaramente: dovreste tornare indietro perché non raggiungerete Gaza. Israele non permetterà a nessuno di violare il blocco navale, imposto per impedire il trasferimento di armi a Hamas”. Sui canali social ufficiali della missione, l’equipaggio della Madleen ha denunciato quello che ritiene essere un attacco elettronico: “Alle 11:36 abbiamo subito gravi interferenze sul nostro tracker, durate oltre mezz’ora. Ce ne sono state altre successivamente. Temiamo che stiano disturbando le nostre comunicazioni per preparare un attacco”. La nave si trova a circa 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza. Nonostante la minaccia militare israeliana, gli attivisti restano determinati. “Non torneremo indietro. La nostra azione è legale, è Israele che sta agendo illegalmente”, ha scritto Rima Hassan sui social. E ha aggiunto: “Siamo dodici civili a bordo. Non siamo armati. Abbiamo solo aiuti umanitari”.
Il caso riporta alla mente il tragico episodio della **Mavi Marmara** del 2010, quando un’operazione simile della Freedom Flotilla si concluse con un assalto dell’esercito israeliano in acque internazionali. In quell’occasione, dieci civili furono uccisi. L’incidente sollevò allora dure condanne internazionali e gettò un’ombra sui rapporti tra Israele e diversi Paesi coinvolti nella spedizione. Rima Hassan ha rivolto un appello alla mobilitazione globale: “Quando non potremo più comunicare, continuate voi. Continuate a parlare della nostra missione, continuate a lottare per la Palestina”. Un appello che ha già trovato eco tra sostenitori e attivisti per i diritti umani, che stanno rilanciando sui social l’hashtag #FreedomFlotilla e chiedendo la protezione internazionale della nave.
Il caso riporta alla mente il tragico episodio della **Mavi Marmara** del 2010, quando un’operazione simile della Freedom Flotilla si concluse con un assalto dell’esercito israeliano in acque internazionali. In quell’occasione, dieci civili furono uccisi. L’incidente sollevò allora dure condanne internazionali e gettò un’ombra sui rapporti tra Israele e diversi Paesi coinvolti nella spedizione. Rima Hassan ha rivolto un appello alla mobilitazione globale: “Quando non potremo più comunicare, continuate voi. Continuate a parlare della nostra missione, continuate a lottare per la Palestina”. Un appello che ha già trovato eco tra sostenitori e attivisti per i diritti umani, che stanno rilanciando sui social l’hashtag #FreedomFlotilla e chiedendo la protezione internazionale della nave.

