Napoli, nuovo allarme epatite: colpiti 4 bimbi. Le mamme: «Campo rom senza igiene»
NAPOLI (di Attilio Iannuzzo – Il Mattino) – Sono quattro i bambini infetti da epatite A all’Istituto comprensivo Barbato di Barra, due di etnia rom, due invece appartenenti a famiglie napoletane. Inizialmente si era pensato fosse un unico caso isolato.
Le mamme degli studenti lanciano l’allarme ed imputano le colpe al vicino campo rom e alla mancanza di igiene di quei territori. «Penso sia superfluo creare allarmismi – ha detto l’assessore comunale alla scuola Roberta Gaeta del Comune di Napoli – in quanto non siamo a conoscenza di chi ha portato originariamente il virus a scuola, il nostro spirito deve essere rivolto all’integrazione».
L’obiettivo è quello di portare, laddove manchi, informazione, igiene e servizi in quei campi degradati e ghettizzati. Il Comune di Napoli resta in forte polemica con L’Asl di zona la quale non possiede tutti i vaccini necessari per i bambini della scuola e consiglia di far spostare il campo a causa delle condizioni igieniche.
«Non è questo il modo di affrontare i problemi – continua Gaeta – in quanto le Istituzioni devono collaborare con lo spirito giusto cercando di creare condizioni di integrazione». La scuola, comunque, almeno per quanto riguarda il plesso interessato dai due casi di epatite, resterà chiusa fino a Pasqua. «Vorrei che le mamme restassero tranquille», ribadisce l’assessore della giunta De Magistris. La paura infatti che il caso di epatite A possa essere utilizzato per riaccendere il fuoco della protesta contro il campo rom. «Voglio a tutti i costi evitare questo rischio – afferma la Gaeta – purtroppo in passato sono già avvenuti episodi di intolleranza e non voglio che accada di nuovo».
«Sono solo settanta – conferma l’assessore Gaeta – i vaccini disponibili, ma ne servirebbero almeno il doppio e già li abbiamo chiesti». E dal Comune la richiesta di una data certa di consegna dei vaccini è stata inoltrata alle strutture competenti già sette giorni fa. Intanto un incontro, tra Comune di Napoli, Municipalità, Asl e Caritas del territorio è servito a pianificare gli interventi e a tranquillizzare i genitori che hanno chiesto rassicurazioni.
«Ci sono due campi presenti in questa municipalità – ha detto Antonio Romano, responsabile della Caritas di Barra – ed il nostro intento è quello di informare i nomadi su come igienizzare l’area e su quali precauzioni adoperare per prevenire malattie». La Caritas porta quotidianamente i bambini di Ponticelli nella propria struttura per lavarli in quanto alcuni idranti sono stati danneggiati dall’Asia durante la raccolta dei rifiuti: «Abbiamo chiesto al Comune di intervenire per ripristinare le pompe dell’acqua – aggiunge Romano – senza le quali ci sarebbero grossi disagi in quei territori».
Intanto molte delle mamme degli studenti non si rassegnano: «Il problema è che i bambini della comunità Rom vivono in condizioni igieniche di assoluto degrado e non sono controllati sufficientemente dal punto di vista sanitario, così rischiano in maniera assolutamente inconsapevole di rappresentare un problema anche per i compagni di scuola di nazionalità italiana». Il Comune di Napoli ha elaborato, durante un incontro in prefettura, una mappatura dei campi nomadi e dei loro abitanti. Sempre la Gaeta nel pomeriggio ha presentato un progetto per l’inclusione di stranieri nel centro antico: «Questo – conclude – è il modo migliore di affrontare le questioni».