Meloni al Senato: “Sui dazi scongiurare guerra commerciale, ReARm? Nome fuorviante”
Oggi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta in Senato per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo. Al centro del suo intervento, le questioni legate alla difesa comune europea, il programma ReArm UE e le misure economiche da adottare per rafforzare la sicurezza senza gravare sui bilanci nazionali.
Nel suo discorso, la premier ha chiarito che il concetto di rafforzamento delle capacità di difesa non si limita alla costruzione di arsenali: “La sicurezza è un settore molto vasto. Senza difesa non c’è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà”. Meloni ha evidenziato che la questione del riarmo non deve essere affrontata esclusivamente da un punto di vista semantico, ma con una valutazione di merito e sostanza. In tal senso, ha criticato la denominazione “ReArm UE”, definendola fuorviante rispetto agli obiettivi del piano.
### **Italia e ReArm UE: una valutazione attenta**
La premier ha affermato che l’Italia valuterà con grande attenzione la possibilità di attivare gli strumenti previsti dal piano ReArm UE, che comprende un pacchetto di 150 miliardi di prestiti attraverso lo strumento Safe. “L’Italia può vantare indicatori economici estremamente positivi, un patrimonio cui non vogliamo rinunciare”, ha sottolineato, ribadendo la necessità di esplorare soluzioni alternative alla semplice creazione di nuovo debito. Tra queste alternative, Meloni ha citato l’idea di un “sistema di garanzie” per stimolare gli investimenti privati, proposta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Tale approccio permetterebbe di potenziare la difesa senza pesare eccessivamente sui bilanci nazionali, puntando invece su una collaborazione più stretta con il settore privato. Dopo l’intervento della premier, il senatore del Partito Democratico Pier Ferdinando Casini ha espresso la sua posizione sulla questione della difesa comune europea. “In questi giorni siamo obbligati a parlare di riarmo, ben sapendo che la stessa definizione fa orrore a tutti”, ha dichiarato Casini, sottolineando la drammaticità del momento attuale.
Secondo il senatore, la rinnovata presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti ha chiarito con decisione che Washington non è più disposta a sostenere i costi della difesa europea. “Per questo l’Unione Europea sta accelerando sulla difesa, ma guai se si limitasse a una sorta di riarmo nazionale gravante sui bilanci dei singoli Stati”, ha avvertito Casini. Il senatore ha ribadito la necessità di evitare duplicazioni e di creare sinergie industriali per sviluppare un progetto di difesa comune efficace e sostenibile. Il dibattito in Senato anticipa il Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo, durante il quale i leader dell’UE discuteranno le strategie per rafforzare la sicurezza del continente. La posizione italiana, come ribadito dalla premier, punta a un equilibrio tra difesa e stabilità economica, cercando di evitare soluzioni che possano compromettere la solidità finanziaria del Paese. Resta da vedere come gli altri Stati membri accoglieranno questa impostazione e quale direzione prenderà il dibattito sulla difesa comune europea nei prossimi mesi.
Nel suo discorso, la premier ha chiarito che il concetto di rafforzamento delle capacità di difesa non si limita alla costruzione di arsenali: “La sicurezza è un settore molto vasto. Senza difesa non c’è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà”. Meloni ha evidenziato che la questione del riarmo non deve essere affrontata esclusivamente da un punto di vista semantico, ma con una valutazione di merito e sostanza. In tal senso, ha criticato la denominazione “ReArm UE”, definendola fuorviante rispetto agli obiettivi del piano.
### **Italia e ReArm UE: una valutazione attenta**
La premier ha affermato che l’Italia valuterà con grande attenzione la possibilità di attivare gli strumenti previsti dal piano ReArm UE, che comprende un pacchetto di 150 miliardi di prestiti attraverso lo strumento Safe. “L’Italia può vantare indicatori economici estremamente positivi, un patrimonio cui non vogliamo rinunciare”, ha sottolineato, ribadendo la necessità di esplorare soluzioni alternative alla semplice creazione di nuovo debito. Tra queste alternative, Meloni ha citato l’idea di un “sistema di garanzie” per stimolare gli investimenti privati, proposta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Tale approccio permetterebbe di potenziare la difesa senza pesare eccessivamente sui bilanci nazionali, puntando invece su una collaborazione più stretta con il settore privato. Dopo l’intervento della premier, il senatore del Partito Democratico Pier Ferdinando Casini ha espresso la sua posizione sulla questione della difesa comune europea. “In questi giorni siamo obbligati a parlare di riarmo, ben sapendo che la stessa definizione fa orrore a tutti”, ha dichiarato Casini, sottolineando la drammaticità del momento attuale.
Secondo il senatore, la rinnovata presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti ha chiarito con decisione che Washington non è più disposta a sostenere i costi della difesa europea. “Per questo l’Unione Europea sta accelerando sulla difesa, ma guai se si limitasse a una sorta di riarmo nazionale gravante sui bilanci dei singoli Stati”, ha avvertito Casini. Il senatore ha ribadito la necessità di evitare duplicazioni e di creare sinergie industriali per sviluppare un progetto di difesa comune efficace e sostenibile. Il dibattito in Senato anticipa il Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo, durante il quale i leader dell’UE discuteranno le strategie per rafforzare la sicurezza del continente. La posizione italiana, come ribadito dalla premier, punta a un equilibrio tra difesa e stabilità economica, cercando di evitare soluzioni che possano compromettere la solidità finanziaria del Paese. Resta da vedere come gli altri Stati membri accoglieranno questa impostazione e quale direzione prenderà il dibattito sulla difesa comune europea nei prossimi mesi.