La strada fantasma, ecco le accuse di Vassallo
SALERNO (di Dario Del Porto) – “Ho seguito i lavori periodicamente e sono consistiti solo nell’allargamento della vecchia sede stradale. Sono state effettuate solo opere di sbancamento”. Salerno, uffici della Guardia di Finanza, 22 luglio 2010. Il sindaco di Acciaroli-Pollica Angelo Vassallo mette a verbale i suoi sospetti sull’appalto per la realizzazione della strada provinciale 108 Casalvelino-Celso. L’audizione costituisce l’ultimo atto di una lunga battaglia ingaggiata dal sindaco per chiedere notizie e segnalare anomalie su quanto stava accadendo all’ombra di quei lavori.
Per ben sette volte infatti Vassallo, che all’epoca dei fatti è anche consigliere provinciale, scrive agli uffici amministrativi per chiedere chiarimenti su quella strada. La prima nota porta la data del 2 dicembre 2008. La risposta non soddisfa il sindaco che, il 22 gennaio successivo, invia una seconda missiva evidenziando di non aver ricevuto «alcuna giustificazione in ordine al ritardo e alla sospensione dei lavori».
La lettera si conclude con la diffida all’ente «a fornire spiegazioni» e l’avvertimento che «in caso di ritardo o omissioni», sarebbe stato «costretto a ricorrere alla Procura». Tutto inutile. Ma Vassallo va avanti. Il 10 marzo 2009 spedisce una nuova nota, la terza. Il 31 marzo una quarta dove, «al rifiuto di ottenere quanto richiesto», viene diffidato «il responsabile del procedimento a rilasciare copia delle relazioni dell’opera pubblica entro sette giorni».
Il 12 maggio 2009 Vassallo scrive al presidente della Provincia e all’assessore ai lavori pubblici per sollecitare l’avvio di un’indagine perché, dalla documentazione, emerge che quanto indicato in contabilità non era mai stato realizzato. E sottolinea che l’impresa non risulta aver portato in cantiere «un solo metro cubo di materiale per eseguire la massicciata stradale». Il 28 luglio e il 25 settembre, Vassallo invia la sesta e la settima missiva. Il 16 novembre 2009, su impulso del presidente della Provincia Edmondo Cirielli, si insedia la commissione interna che, nel giugno 2010 conclude il suo lavoro esprimendo il sospetto che le opere da eseguire non siano mai state realizzate.
Il 16 luglio, la Provincia invia la denuncia in Procura. Il 22 luglio, Vassallo viene sentito. E racconta: «Presumo che almeno fino al 21 novembre 2006 non ci fossero imprese subappaltatrici. Non sono a conoscenza dei costi sostenuti dalla Provincia, ciò che sono riuscito a ottenere dopo tante diffide è solo una copia dello stato di avanzamento dei lavori. Tra i documenti che mi hanno consegnato si evince chiaramente che la massicciata stradale, per un importo totale di 200.200,00 euro non è stata mai realizzata. L’esecuzione dei lavori era di competenza dell’amministrazione provinciale. Attualmente i lavori sono fermi da molto tempo senza che sia stato rispettato il crono programma. Di fatto, la sistemazione e messa in sicurezza del piano viabile della Casalvelino-Celso non è mai stato realizzato».
Meno di due mesi dopo, il 5 settembre, l’amministratore cilentano, ambientalista e intransigente, verrà ucciso nella sua Acciaroli con 5 colpi di pistola. Questa vicenda, come molte altre, è stata presa in considerazione dagli inquirenti impegnati a risolvere il rebus legato all’omicidio senza però che tra i due episodi emergessero collegamenti di alcun tipo, come ribadito espressamente dal procuratore di Salerno Franco Roberti. L’inchiesta sul delitto si muove su una pista diversa e individua il movente nella vendetta di un gruppo composto da pregiudicati cilentani e malavitosi napoletani. Interessi illeciti locali, dinanzi ai quali Vassallo appariva come un ostacolo, si sarebbero saldati con l’ira degli spacciatori che dopo aver invaso con fiumi di droga l’estate di Acciaroli erano stati pubblicamente sfidati dal sindaco. Gli investigatori hanno eseguito in questi mesi decine di perquisizioni e scandagliato le acque del Cilento nell’ipotesi che il killer possa aver gettato la pistola in mare dopo il delitto.
«Angelo era e resta il sindaco della legalità» afferma Dario Vassallo, uno dei fratelli dell’amministratore che ha intitolato al congiunto una fondazione con l’obiettivo di portarne avanti le idee. «Angelo Vassallo ha dimostrato grande senso della legalità nel segnalare l’appalto alla Provincia», sottolinea il procuratore Roberti. Dopo il caso della strada provinciale 108, gli inquirenti indagano su altri appalti. «Contiamo sulla collaborazione dei cittadini e degli amministratori onesti — ha detto Roberti — sperando che possano segnalare vicende come, in questo caso, aveva fatto Vassallo». (Repubblica)