Italy’s Bloodiest Mafia: la BBC ed il regista Bruno Sorrentino ci vedono così.
NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – Italy’s Bloodiest Mafia è il titolo di un documentario andato in onda sulla BBC e Bruno Sorrentino, regista inglese di evidenti origini napoletane, ha pensato bene che la cartolina di Napoli non fosse più quella del famoso pino di via Orazio, probabilmente troppo oleografica, antica e patinata, ma le Vele di Scampia e la loro violenza, sia quella d’impatto, quando le si guarda, sia quella fisica, quella che le governa.
Una comune intelligenza resta normalmente offesa dal luogo comune quando questo non viene quanto meno elaborato, analizzato, ma solo spiattellato lì, sotto gli occhi di tutti; figuriamoci quando la scusa è quella di Gomorra, il libro di Roberto Saviano diventato poi film, per la regia di Matteo Garrone. Quelle che sono state delle vere e proprie denunce al mondo intero, vengono ora utilizzate folkloristicamente per dipingere un quadretto di qualunquismo sconcertante.
Nell’intervista di Roberto d’Alessandro, pubblicata sulla rivista Arkeda, n°1 del Novembre 2013, il regista inglese non riesce a liberarsi da una serie imbarazzante di luoghi comuni che ritiene di poter spacciare per immagini, simboli della città. Bruno Sorrentino sostiene che le “Vele” di Scampia siano terribili, arrivando a domandarsi anche “cosa passasse nella testa dell’architetto che le ha progettate” [intanto, informarsi sul nome dell’architetto potrebbe essere cosa buona e giusta] e dandone poi un giudizio di architettura a-sociale, non si capisce bene da quale pulpito.
La questione non è tanto se l’architettura delle “Vele” sia o meno brutta, o la follia momentanea di un progettista [nella fattispecie tale Franz di Salvo, con un team di altri architetti], ma è piuttosto l’idea di continuare a scavare nel marcio, nei cumuli di immondizia, come se quelle fossero ormai le uniche immagini possibili di denuncia dei mali di Napoli. La denuncia è sacrosanta. Non parlare dei problemi vuol dire nasconderli. In questo Sorrentino ha perfettamente ragione. E allora, domanda da un milione di dollari, dov’è che ha sbagliato Sorrentino?
La risposta è molto semplice, ovviamente. Vendere sempre e solo quella faccia di Napoli è molto facile, diciamo…ad effetto, enormemente banale e molto redditizia.