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Il gigante di Bambù al Macro Testaccio

ROMA (di Graziella Melania Geraci) – Per i suoi 50 anni di attività Enel ha fatto un regalo alla città di Roma: Big Bambù. Diverte il gioco di parole riferito all’opera d’arte in questione, perchè è di questo di cui si parla, un’installazione di 33 metri interamente fatta da aste di bambù.

Il gigante di Bambù 2Il grande intreccio campeggia al Macro Testaccio ed è frutto degli artisti statunitensi Mike e Doug Starn per la sesta edizione di Enel Contemporanea, programma di arte pubblica a cura di Francesco Bonami, una riflessione sull’energia attraverso l’arte. La grande opera è percorribile, i visitatori, previa firma per la liberatoria e muniti di scarpette da ginnastica, possono arrampicarsi sul terreno instabile fatto dai ponteggi di bambù. Forse è proprio questa caducità, questa sensazione di precarietà a donare all’opera un fascino profondo. Lungi dall’essere rapiti da riferimenti a mondi esotici o da semplici sogni fanciulleschi di case sull’albero, l’impatto emozionale di Big Bambù scaturisce dalle sue dimensioni e dalla fragilità insita nell’opera. Meraviglia quanto un materiale così sottile riesca a reggere il peso dell’altezza e donare contemporaneamente leggerezza all’assemblamento dell’enorme pira. Insieme all’ammirazione nasce però una domanda: quanto durerà l’opera d’arte sotto il cielo di Roma? E se cedesse proprio mentre mi sto recando ad una mostra al museo Macro? Ai posteri l’ardua sentenza.

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