“Il cancro sociale: la camorra”, il libro del prete anticamorra
NAPOLI (di Daniela Sasso) – Nella “Saletta Rossa” della libreria “Guida” a Port’ Alba, si è tenuta la presentazione del libro “Il cancro sociale: la camorra” (Guida ed.) di Don Luigi Merola, definito da molti il “prete dell’ anticamorra”, dal 2000 al 2007 parroco della Chiesa di San Giorgio nel quartiere napoletano di Forcella e fondatore della Onlus situata in via Piazzolla al Trivio, quartiere Arenaccia, “’A voce d’ ‘e creature”, nata allo scopo di recuperare i minori “a rischio”, soprattutto per arginare il fenomeno, estremamente diffuso, dell’ abbandono e della dispersione scolastica, offrendo loro un luogo ed occasioni di incontro, di aggregazione ed integrazione socio-culturale, nonché di formazione scolastica e professionale.
“Don Merola, nel suo libro, parla dei bambini, i veri protagonisti, fino a spingersi, come in un moto culturale che procede “dal basso verso l’ alto” agli ambienti più damascati del Parlamento, del Ministero e della Commissione antimafia (della quale, da marzo 2010, è consulente)” – queste le parole introduttive del Direttore de “Il Mattino”.
Presenti all’evento il Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II, Lucio De Giovanni, lo scrittore e maestro di “Io speriamo che me la cavo”, il quale ha letto molte lettere dei bambini e dei ragazzi della Fondazione rivolte a Don Merola, Marcello D’ Orta, il Presidente del Tribunale di Napoli, il giudice Carlo Alemi, il pittore, da sempre molto attento alle problematiche del sociale, Antonio Morgese, l’ attrice napoletana Rosaria De Cicco, che ha letto varie pagine del libro e alcuni ragazzi dell’ Associazione di Don Luigi. Moderatore dell’incontro il giornalista e direttore palermitano de “Il Mattino” Virman Cusenza.
“Libertà è partecipazione” – afferma il giudice Alemi, citando il famoso verso della canzone di Giorgio Gaber – “Legalità è libertà: occorre una cultura della legalità che si discosti dalla mera applicazione delle norme, in cui la camorra non rischi di diventare un alibi per giustificare l’ immobilismo”.
“La camorra è un modus vivendi che s’ insinua proprio laddove non t’ aspetti. Non è tanto la criminalità organizzata che dobbiamo temere, quanto quelle persone che conducono una vita apparentemente per bene: imprenditori, politici, banchieri che, quotidianamente, “connivono” con la camorra. Vige un clima di diffusa illegalità, non esistono, infatti, istituzioni del tutto avulse almeno da una “zona grigia” di collisione con la malavita organizzata”.
Per il Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli Lucio De Giovanni, il libro si presta ad una chiave di lettura fondamentale: “Don Merola esorta noi cittadini napoletani ad una speranza che si configura come realismo, come impegno robusto che nulla ha a che vedere col rifugio. La criminalità si combatte con la prevenzione, la quale passa attraverso la conoscenza; pertanto, il Bene è la Conoscenza”.
Scopo della Fondazione di Don Merola è proprio la lotta per sconfiggere l’ ignoranza, il Male della società. “La camorra prende attraverso l’ ignoranza, che s’ insinua, come un cancro, nei più giovani che abbandonano le scuole”.