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Comunità energetiche e reddito elettrico, il punto con Fulvio De Siena

(di Raffaele Caiffa)

Il settore energetico sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti vista la maggiore attenzione sulla tematica dell’impatto ambientale, l’aumento della domanda della materia prima post-covid, ed il conseguente rialzo dei prezzi delle bollette luce e gas di circa il 40%. L’ultimo trimestre del 2021 sarà un crocevia che potrebbe segnare in maniera sensibile la percezione che hanno i cittadini sulle diverse tematiche a riguardo.

Abbiamo fatto il punto della situazione con Fulvio De Siena, esperto del settore energetico.

De Siena, a cosa è dovuto il sostanzioso aumento delle bollette luce e gas?

«I fattori sono molteplici, ma principalmente vanno attribuiti all’aumento dei prezzi delle materie prime come gas e combustibili derivanti dal petrolio, dal 2020 ad oggi e parallelamente ai costi che sostengono le aziende che producono energia. La continua flessione della domanda energetica porta ad enormi costi di gestione da parte dei produttori dato che non si può prevedere con esattezza la quantità della domanda. Ridurre la domanda farebbe calare in maniera importante anche il costo dell’offerta.»

Come è possibile ridurre la domanda ed il prezzo dell’energia?

«Domanda ed offerta sono sempre correlate in qualsiasi mercato. A primo impatto sembrerebbe impensabile poter ridurre la domanda dell’energia ma la risposta è molto semplice e risiede quasi esclusivamente nelle fonti rinnovabili. Attualmente produrre energia da fonti fossili costa circa 150 € a Megawattora (MWh), mente produrre energia da fonti rinnovabili costa circa 45 € a MWh! Una grande differenza in termini economici che ci permetterebbe anche di limitare gli effetti degli sconvolgimenti climatici che da un decennio a questa parte stanno devastando sempre di più il pianeta. L’ Italia e l’Europa finalmente si stanno muovendo in tal senso sdoganato un tema così delicato.»

Quali sono le strategie in atto?

«L’energia solare è una fonte pressoché illimitata a cui attingere, se riuscissimo ad accumulare e a convogliare nel giusto modo questo enorme potenziale, potremmo trarne enormi benefici per tutta la comunità. Trasformare l’energia solare in energia elettrica attraverso i pannelli fotovoltaici è già un passo avanti ma bisogna insistere in maniera decisa in tal senso. L’iniziativa delle “comunità energetiche” è un progetto molto interessante ed in Italia ne sono nate già diverse. Gli impianti fotovoltaici sono una grande risorsa. Prima la legge permetteva di produrre ed utilizzare l’energia con troppi vincoli, soprattutto nei condomini. Basti pensare che in Italia ci sono già mezzo milioni di case dotate di fotovoltaico ma sono pochissimi i condomini ad avere impianti di pannelli solari (su circa 1.200.000 condomini distribuiti sulla penisola).»

Le Comunità Energetiche sono un progetto realizzabile nel breve?

«Fino ad inizio 2020, la legge italiana permetteva agli impianti esistenti di alimentare solo la struttura sopra la quale erano installati. Ogni giorno purtroppo assistiamo ad un’enorme spreco di energia elettrica, accumulata ma non condivisa…e quindi dispersa! L’energia dispersa si trasforma in calore impattando in maniera negativa sull’atmosfera e quindi sul clima. In alcune occasioni si è costretti a spegnere gli impianti di energia rinnovabile poiché la produzione di corrente elettrica può eccedere al fabbisogno energetico in un determinato momento.  Inoltre risulta molto dispendioso per le tasche dei contribuenti pagare il monitoraggio ed i continui adeguamenti di produzione di elettricità che il sistema necessita per non collassare. Le comunità energetiche potrebbero, se non essere la soluzione definitiva, rappresentare quantomeno una svolta nel settore permettendo a chi aderirà di risparmiare circa il 25% sulla bolletta. Cittadini, enti ed imprese possono unirsi e creare delle comunità energetiche condividendo insieme quanto prodotto. Una sorta di “Reddito Elettrico»

Reddito Elettrico?

«E’ un termine coniato da me. Oggi si parla tanto di reddito di cittadinanza, ma il vero reddito può essere quello elettrico: l’autoconsumo delle comunità energetiche viene incentivato restituendo a coloro che ne fanno parte circa 0,15 euro per ogni kWh prodotto e consumato, per 20 anni. Se non è reddito questo… Indirettamente, più comunità energetiche garantirebbero un abbattimento della domanda verso il produttore e la conseguente diminuzione del costo dell’offerta. Bisogna attuare quanto pianificato, è necessario fare qualcosa di concreto.»

Meno chiacchere e più fatti?

«Appoggio le parole di Greta Thunberg che lo scorso martedì alla conferenza “Youth4Climate” di Milano, ha sottolineato come, per 30 anni, i leader mondiali abbiano solo parlato e promesso invano ma senza avere davvero a cuore l’ambiente ed il futuro. Un Bla, bla, bla che ci ha portato dove siamo ora.

Voglio impegnarmi per ridurre il debito pubblico e siccome le comunità energetiche possono essere composte senza scopo di lucro sia dai cittadini, che dai condomini che dai comuni, sarebbe un gran bell’esempio se partisse tutto proprio dal Comune. Sarebbe un bel traguardo se una piccola parte di fondi destinati al Comune fossero impiegati alla realizzazione delle comunità energetiche. Proprio questa convinzione mi ha spinto a candidarmi come Consigliere Municipale nella lista civica Napoli Capitale, condividendo il progetto con il Presidente Enzo Rivellini, uomo che ama fortemente la città partenopea.»

Da dove bisogna iniziare?

«Perché non da qui? Perché non da noi? Personalmente ho avuto diverse opportunità di lavoro dalle grandi aziende del nord ma la volontà di voler creare qualcosa di positivo e portate un miglioramento nel mio territorio d’origine è stato più forte. La sfida intrapresa con Fidasì, azienda di Fuorigrotta che opera nel settore energetico, ne è la prova. La volontà di portare avanti questo tema realizzando le prime comunità energetiche nel nostro capoluogo è un obiettivo ambizioso e sarebbe bello se tutto iniziasse dai circa 80.000 immobili appartenenti al comune. La soddisfazione più grande è stata l’approvazione del progetto da parte di Catello Maresca il quale ha colto, attraverso questa iniziativa, la possibilità di agire in maniera proattiva su un tema così sensibile ed attuale.»

L’interesse del singolo è l’interesse di molti?

«Bisogna agire da collettivo. L’individualità non paga, è necessario accantonare l’interesse personale facendo giusta informazione. Stiamo iniziando a capire l’importanza di tutelare l’ambiente, di monitorare e limitare il surriscaldamento, ridurre i costi in bolletta è una conseguenza. Ecco perché le comunità energetiche non saranno a scopo di lucro: sarà permesso solo “condividere” l’energia fra i vari utenti della comunità. L’impegno del singolo porterà benefici a molti. C’è tanto da fare: bisogna promuovere maggiori iniziative, produrre con energia pulita e rinnovabile, informarsi nel modo giusto, essere più sensibili alle tematiche “green” e soprattutto condividere affinché ne benefici la collettività.»

Raffaele Caiffa

cell. 339 3103590

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