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Cronaca

Campi Flegrei: paura e resistenza di fronte allo stillicidio sismico

Napoli e i Campi Flegrei vivono giorni di tensione e incertezza. Le scosse di terremoto che si susseguono da tempo mettono a dura prova i nervi dei residenti, costringendoli a convivere con una paura costante e con un senso di impotenza di fronte alla natura che si ribella. L’ultima scossa significativa, di magnitudo 3.5, ha fatto tremare la terra alle 19:44 di venerdì sera, avvertita in gran parte della città. Poco dopo, una nuova vibrazione, meno intensa ma comunque percepibile, ha aggiunto un ulteriore tassello alla sequenza di movimenti tellurici che scandiscono la vita nell’area flegrea.

Gli abitanti di Napoli, in particolare coloro che risiedono nelle zone più vicine all’epicentro delle scosse, hanno ormai sviluppato una sensibilità sismica quasi innata. Ogni vibrazione, ogni boato sotterraneo diventa motivo di discussione nei bar, negli uffici, nei mercati rionali. È una sorta di costante monitoraggio collettivo, che si alimenta di paure, supposizioni e teorie su cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro. La memoria dei terremoti passati, come il devastante sisma dell’Irpinia del 1980 e le crisi bradisismiche degli anni Settanta e Ottanta, riecheggia nei racconti di chi li ha vissuti. Ma c’è anche chi sta sperimentando per la prima volta questa snervante convivenza con una terra che non vuole smettere di tremare. Il sollevamento del suolo, le continue micro scosse e, a intervalli irregolari, “’a botta” più forte, sono ormai parte del quotidiano per chi vive nelle aree più colpite, come Solfatara, Pozzuoli, Quarto e Bagnoli.

Nonostante tutto, la vita continua. Gli eventi pubblici non vengono cancellati, i concerti si svolgono regolarmente, i mercati e le scuole restano aperti. Ma la paura si insinua ovunque: c’è chi evita i luoghi affollati, chi controlla compulsivamente le notifiche dell’INGV, chi si interroga sulle possibili conseguenze e chi, invece, sceglie di adottare un atteggiamento fatalista. Nel frattempo, le autorità cercano di rassicurare la popolazione. Gli esperti ribadiscono che il fenomeno del bradisismo è monitorato costantemente e che non si può prevedere con certezza un terremoto di maggiore intensità. Ma la paura resta, alimentata dai boati, dalle vibrazioni e dal ricordo di tragedie passate.

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