Caffè: caratteristiche e proprietà nutrizionali
NAPOLI (Dott.ssa Giorgia Luongo, Biologa Nutrizionista) – Per alcuni un rito, per molti un’abitudine, soprattutto al mattino, per quasi tutti un piacere, il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, soprattutto in Italia, vediamo insieme le sue caratteristiche e proprietà.
Sali minerali come ad esempio il potassio, si trovano nel caffè tostato in quantità pari all’ 8% (su 100 g di caffè) nella specie arabica e 1,9% nella specie robusta. Questa bevanda contiene anche numerose molecole ad attività antiossidante la cui presenza e quantità possono variare in base al grado di tostatura, alla miscela e al metodo di preparazione utilizzato. Tra le componenti nutrizionali del caffè ,la più nota e studiata è la caffeina che ha numerose ed importanti proprietà : stimola la secrezione gastrica, salivare e biliare, ha quindi un moderato effetto digestivo, ha un forte potere energizzante, stimola funzionalità cardiaca e nervosa, migliora l’attività psicomotoria, le prestazioni atletiche, la resistenza al sonno e alla fatica, aumenta la termogenesi, stimola la mobilitazione dei grassi dal tessuto adiposo favorendone l’ossidazione, ha anche un moderato effetto diuretico, contrastando quindi la ritenzione idrica.
Un consumo elevato di caffè, che comporta un’assunzione di caffeina superiore ai 300mg/die , può esporre l’organismo a diversi rischi quali: un’eccessiva secrezione gastrica che comporta problemi al sistema digerente come bruciore di stomaco, reflusso gastro-esofageo o esofagite, può avere effetto ansiogeno e provocare tremori, eccitabilità ed insonnia, può causare ipertensione, aritmie e tachicardia, riduce l’assorbimento di ferro e calcio aumentando il rischio di insorgenza di anemia ed osteoporosi, l’effetto lipolitico, cioè favorente il dimagrimento, è ovviamente annullato se al caffè viene aggiunto dello zucchero o del latte (1 tazzina di caffè non zuccherato apporta circa 35Kcal). Considerando che in una tazzina di caffè da 50ml circa, contiene 85mg di caffeina, il mio consiglio è quello di non bere più di due tazzine al giorno, preferibilmente una a colazione e l’altra dopo pranzo, e mai a stomaco vuoto.
Sconsiglio l’assunzione di caffè a chi soffre di dispepsia, ulcera gastrica, reflusso gastroesofageo, ipertensione, aritmie e gastriti.
Assieme al caffè tradizionale, c’è chi beve anche il caffè d’orzo o al ginseng, bevande completamente diverse tra loro in quanto derivanti da tre piante diverse e quindi, con caratteristiche completamente diverse.
Per produrre il caffè d’orzo non si utilizzano chicchi di caffè, ma un cereale, l’orzo appunto che viene essiccato o tostato , è una bevanda quindi priva di caffeina. Ha un sapore più delicato e, non essendo una bevanda con effetti nervini, può essere assunto anche in quantità maggiori rispetto al caffè tradizionale. Ha funzione antinfiammatoria e lenitiva.
Il caffè al ginseng è caffè addizionato con un preparato solubile contenente la radice di ginseng. L’aspetto della bevanda è molto simile al caffelatte, ha infatti tra gli ingredienti la crema di latte (solitamente di origine vegetale), zucchero, caffè istantaneo e estratto secco di ginseng. Il ginseng contiene sostanze modulatrici del sistema nervoso centrale, aumenta sicuramente la resistenza fisica, non è una sostanza nervina come il caffè tradizionale quindi non causa aritmie, tachicardia, o insonnia, migliora l’appetito e in numerosi studi è evidenziata la sua capacità di migliorare la risposta insulinica.
Che sia caffè tradizionale, d’orzo o al ginseng, l’importante è berlo amaro, in modo da non alterarne il sapore e non aumentare le Kcal assunte .
Dott.ssa Giorgia Luongo, Biologa Nutrizionista- (dottgiorgia.luongo@gmail.com)