Affido di minore alla coppia gay
Napoli (di Bonaventura Franchino)- La Corte di Cassazione, abbattendo un pregiudizio oramai atavico, ha aperto le porte all’affido di minori in favore di coppie omosessuali.
A tal fine, ha affermato, con la sentenza n. 601 depositata l’11 gennaio, che il divieto, diversamente opposto dalla normativa vigente, è frutto di meri pregiudizi e che, allo stato, non vi è alcun elemento di carattere scientifico atto a dimostrare che una famiglia, composta da persone dello stesso sesso, sia inidonea, ovvero dannosa all’equilibrio psico-fisico del bambino.
Questo concetto è stato espresso in modo chiaro nella sentenza con cui la S.C. ha respinto il ricorso proposto da un genitore ( di religione mussulmana) avverso il provvedimento con cui la Corte d’appello affidava in via esclusiva il figlio alla madre, allo stato, convivente con altra donna.
Difatti, a fondamento del ricorso, si deduceva la negatività verso lo sviluppo del figlio cagionata dal contesto familiare nel cui ambito avrebbe vissuto ( famiglia composta da due donne) ; in particolare desumendo la negatività di una famiglia omosessuale, chiedeva l’annullamento dell’impugnato provvedimento di affido.
Napoli -(di Bonaventura Franchino) A sostegno della propria posizione affermava che a base di una valida educazione deve sussistere una famiglia, intesa come società naturale fondata sul matrimonio, così come espresso dall’art. 29 della costituzione e che il minore ha il pieno diritto di essere educato secondo i principi educativi di entrambi i genitori.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ponendo a carico del ricorrente l’onere di fornire motivazioni diverse dalla omosessualità della sua ex, senza dare per scontato ciò che non lo è affatto; difatti, la Corte ha sottolineato che tali argomentazioni sono solo frutto di mero pregiudizio.
Il procedimento, di cui si è riferito, prende le mosse da un provvedimento giudiziale con cui viene affidato il minore, in via esclusiva alla madre; ciò a seguito di atti violenti, posti in essere dal padre nei confronti della convivente della madre cui, purtroppo ebbe ad assistere il piccolo.
Questa sentenza, di carattere storico, è da ritenere un significativo passo che apre nuovi orizzonti; certamente di grande civiltà e rispetto delle persone.
Chiaramente la portata di tale sentenza, allo stato è da ritenere meramente simbolica in quanto, la normativa sull’affidamento ,allo stato, rappresenta una barriera alquanto ardua da valicare.
Certamente simili aperture rappresentano un vero balzo in avanti idoneo a contribuire sociali novellazioni legislative .