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Addio Mennea, mito dello sport italiano

NAPOLI (di Nicola Brattoli) – L’inizio della Primavera porta con sé una tremenda notizia per lo sport italiano: è morto oggi 21 marzo il mito dell’atletica leggera italiana, Pietro Mennea, all’età di 61 anni per un male incurabile.  Recordman del mondo con il 19”72, durato 17 anni, ed ancora record europeo, realizzato alle Universiadi di Città del Messico nel 1979. Poi ci fu la gloria con lo strepitoso oro olimpico nei 200 m. di Mosca del 1980. Mennea, figlio del sud, con quella faccia tirata per gli enormi sacrifici, perché essere  corridore per lui non era divertimento, era un lavoro. E lo prendeva enormemente sul serio.

Pietro Mennea

Nella sua personalità, lontana anni luce dai moderni atleti che ci circondano, c’era la grande passione per lo studio. Nella sua vita capì che dopo l’atletica c’era altro. Una nuova vita. Pietro ha studiato parecchio, si laureò in scienze politiche, poi in giurisprudenza, scienze dell’educazione motoria ed infine lettere. Divenne commercialista, avvocato, europarlamentare  e docente a contratto di Legislazione europea delle attività motorie e sportive per la Facoltà di Scienze dell’Educazione Motoria dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara.  Ebbe anche il tempo per creare una Fondazione Onlus a lui intitolata che effettua donazioni a  enti caritatevoli ed anche a ricerche medico scientifiche  e alla promozione dei valori culturali dello sport. Il suo tempo Pietro Mennea lo ha sfruttato appieno,a suo modo, che era l’unico che conosceva: dannatamente veloce.

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