Accordo di Pace a Gaza: firmata a Sharm el-Sheikh la “Dichiarazione di pace”
Una giornata destinata a entrare nei libri di storia. Dopo mesi di negoziati e settimane di intensa diplomazia, è stato firmato oggi a Sharm el-Sheikh l’accordo di pace tra Israele e Hamas, alla presenza del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha definito il momento come “la più importante giornata per la pace in Medio Oriente degli ultimi cinquant’anni”. La firma della “Dichiarazione di Trump per una Pace e una Prosperità durature” segna l’inizio della cosiddetta “fase 2” del processo di pace, orientata alla ricostruzione della Striscia di Gaza e al consolidamento del cessate il fuoco. L’intesa arriva dopo la liberazione di 20 ostaggi israeliani ancora in vita e la scarcerazione di 1.968 detenuti palestinesi, come gesto di buona volontà reciproca.
Alla cerimonia di Sharm el-Sheikh erano presenti decine di leader internazionali, tra cui i rappresentanti di Egitto, Turchia e Qatar, che hanno firmato congiuntamente il documento insieme agli Stati Uniti. “Ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui,” ha dichiarato Trump durante la conferenza stampa, “ma oggi apriamo un nuovo capitolo per la pace e la prosperità del Medio Oriente. Ora inizia la fase due.”
Il piano prevede una tregua permanente supervisionata da osservatori internazionali e un programma di ricostruzione di Gaza, che sarà sostenuto da un fondo multilaterale con la partecipazione di Stati Uniti, Unione Europea e Paesi arabi moderati. Anche la premier italiana Giorgia Meloni, intervistata da NBC News, ha espresso il suo sostegno all’iniziativa americana: “Sono assolutamente ottimista. L’accordo rappresenta una reale possibilità di stabilità duratura nella regione e offre una prospettiva concreta di futuro per il popolo palestinese e per Israele.”
Meloni ha confermato la partecipazione dell’Italia al prossimo summit del Cairo, previsto per novembre, dove verranno definiti i dettagli operativi del piano di ricostruzione e sicurezza. Una delle questioni più delicate riguarda il ruolo di Hamas nella nuova fase. Trump ha precisato che, “per un periodo limitato”, il movimento islamista potrebbe assumere funzioni di polizia nella Striscia di Gaza, con il compito di garantire l’ordine interno e facilitare la transizione.
“Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente,” ha dichiarato il presidente Usa. “Andrà tutto bene.” Con la firma dell’accordo, l’attenzione si sposta ora sulla ricostruzione materiale e sociale della Striscia di Gaza, devastata da anni di conflitto. La comunità internazionale ha già annunciato ingenti stanziamenti economici per la riapertura delle infrastrutture civili, la fornitura di energia e acqua potabile e la creazione di nuove opportunità economiche. Il summit del Cairo sarà la prima tappa di un percorso complesso, ma oggi, per la prima volta dopo decenni di guerra, in Medio Oriente sembra intravedersi una concreta speranza di pace.

