Violenta aggressione a Napoli, condanne per il pestaggio di un vigile: tra i colpevoli il figlio di un boss
Si conclude con una dura condanna l’aggressione brutale subita lo scorso aprile da un vigile del Comune di Napoli. Il pestaggio avvenne lungo la Domiziana, in località Varcaturo, a seguito di una banale discussione su un sorpasso. L’episodio si consumò in pieno giorno, davanti a decine di automobilisti terrorizzati, molti dei quali testimoniarono la scena con i loro cellulari. La violenza scioccante e gratuita fu poi portata all’attenzione pubblica grazie a un video diffuso dal deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli.
Secondo le ricostruzioni, il vigile fu accerchiato e picchiato selvaggiamente da tre persone, tra cui spicca la figura del figlio di un noto boss della camorra, deceduto tempo fa. La polizia è riuscita a risalire agli aggressori grazie al video circolato sui social, che ha mostrato la brutalità con cui l’uomo in servizio venne aggredito. I colpevoli sono stati presto identificati e arrestati, e ora affrontano le conseguenze legali delle loro azioni.
Francesco Emilio Borrelli, commentando l’accaduto, ha sottolineato la gravità della situazione, evidenziando come simili episodi rappresentino un serio problema di sicurezza per la città. “Ora ci aspettiamo che i tre se ne stiano per un po’ in galera, soprattutto quello che risulta essere un rampollo di una famiglia di camorristi”, ha dichiarato il deputato. “Questa gente si sente libera di pestare brutalmente una persona per futili motivi. Dalle azioni che hanno eseguito si vede che non sono certo dei novellini del ‘settore’.”Borrelli ha inoltre puntato il dito contro l’indifferenza sociale e la mancanza di un’azione risoluta contro la criminalità. “Deve scapparci sempre il morto, e fortunatamente stavolta non è stato così, affinché si crei un po’ di clamore. Non possiamo continuare a tollerare che persone legate alla criminalità organizzata si sentano al di sopra della legge”.
I tre responsabili dell’aggressione sono stati condannati e dovranno scontare le loro pene. Tuttavia, l’episodio ha scatenato un dibattito più ampio sulla sicurezza e sulla crescente violenza in alcune aree di Napoli, dove spesso la criminalità organizzata continua a esercitare una forte influenza. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla necessità di contrastare la cultura dell’impunità e di proteggere le forze dell’ordine, che rappresentano un pilastro fondamentale della sicurezza cittadina.
Secondo le ricostruzioni, il vigile fu accerchiato e picchiato selvaggiamente da tre persone, tra cui spicca la figura del figlio di un noto boss della camorra, deceduto tempo fa. La polizia è riuscita a risalire agli aggressori grazie al video circolato sui social, che ha mostrato la brutalità con cui l’uomo in servizio venne aggredito. I colpevoli sono stati presto identificati e arrestati, e ora affrontano le conseguenze legali delle loro azioni.
Francesco Emilio Borrelli, commentando l’accaduto, ha sottolineato la gravità della situazione, evidenziando come simili episodi rappresentino un serio problema di sicurezza per la città. “Ora ci aspettiamo che i tre se ne stiano per un po’ in galera, soprattutto quello che risulta essere un rampollo di una famiglia di camorristi”, ha dichiarato il deputato. “Questa gente si sente libera di pestare brutalmente una persona per futili motivi. Dalle azioni che hanno eseguito si vede che non sono certo dei novellini del ‘settore’.”Borrelli ha inoltre puntato il dito contro l’indifferenza sociale e la mancanza di un’azione risoluta contro la criminalità. “Deve scapparci sempre il morto, e fortunatamente stavolta non è stato così, affinché si crei un po’ di clamore. Non possiamo continuare a tollerare che persone legate alla criminalità organizzata si sentano al di sopra della legge”.
I tre responsabili dell’aggressione sono stati condannati e dovranno scontare le loro pene. Tuttavia, l’episodio ha scatenato un dibattito più ampio sulla sicurezza e sulla crescente violenza in alcune aree di Napoli, dove spesso la criminalità organizzata continua a esercitare una forte influenza. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla necessità di contrastare la cultura dell’impunità e di proteggere le forze dell’ordine, che rappresentano un pilastro fondamentale della sicurezza cittadina.