Notizie dall'Italia e dal mondo

CronacaCultura

(Video) “Io ci sto” è la Libreria di Tutti

(Articolo e riprese video: Daniela Giordano – Montaggio video: Dario Catania)

NAPOLI – Napoli, che è città dalle mille crisi e contraddizioni, a volte è in grado di regalare meravigliose speranze, rendersi pioniera di originali innovazioni e diventare modello di buone condotte.

Io ci sto, la libreria di tutti“Io ci sto” è la frase nata sul web, poco più di due mesi fa, dalla provocazione di un giornalista ed ex editore – Ciro Sabatino – che mal commentava lʼennesima libreria prossima alla chiusura. Salutando la Fnac riconvertita a megastore di cellulari e schermi ultrapiatti, in un post su Fb del 13 maggio, diceva: “Oggi è stato come entrare in un centro commerciale. Stiʼ ragazzi moriranno di cellulari e tablet. Non lo sapranno mai cosʼera segnare un libro con una macchia di Nutella. E sʼinnamoreranno di sconosciuti nascosti nel buio di Fb.” E ancora: “È tosta stare a guardare impotenti questo niente. È tosta vivere senza libri. Ma mica ce la vogliamo aprire noi una libreria meravigliosa? Se avete soldi (qualsiasi cifra) e ci volete pensare, fatemelo sapere. Io ci sto.”

Eccola la frase famosa. Tre semplici monosillabi scritti per chiudere un post hanno poi dato vita a unʼautentica rivoluzione, spalancando quello che si dice un portone. Che se nellʼimmediato sembrava potessero provocare solo sterili cliccate di accondiscendenza, quei mi piace e retweetche spesso scattano distratti, tanto per far intuire la propria presenza, sono stati accolti e recitati ogni giorno come un mantra ispirato. È così che è nata a Napoli la prima Libreria ad Azionariato Popolare, primo esempio in tutta Italia: con le prime donazioni spontanee e il lavoro volontario delle persone che hanno deciso di abbracciare il progetto.

Il passo a rendere concreta questa bella idea è stato più che breve. Da quellʼIo-ci-sto si è passati allʼhashtag #LaLibreriaditutti, quindi a un gruppo Facebook e una Pagina Fan con migliaia di adesioni. Fino ad arrivare allʼinaugurazione di ieri sera dei soli locali, di quella che sarà la sede della libreria e il luogo fisico di riferimento, dopo manco tre mesi. Sarà al Vomero la “Libreria di tutti”, proprio il quartiere che aveva visto chiudere la storica Guida Merliani e nelle ultime settimane Loffredo, oltre alla Fnac che ha ispirato il famoso post.

Centinaia di persone sono venute allʼevento, ma per ora hanno trovato solo un libro al centro della sala:“Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez. Il resto dei locali non ha ancora i libri allestiti, se ne parlerà in autunno. Ora è necessario il finanziamento, la grande campagna di crowdfunding che partirà a settembre e poi lʼallestimento degli scaffali si spera entro fine anno. “Volevamo farvela vedere vuota” – ha detto uno dei consiglieri Giovanna DʼAlonzo – “Vogliamo far vivere a tutti quelli che si associano lʼemozione di vedere questa libreria nascere sotto i loro occhi, la stessa che stiamo vivendo noi che lʼabbiamo pensata dallʼinizio.” E ancora: “Con le quote dei primi 200 soci abbiamo potuto prendere lʼimpegno di affittare i locali. Domani magari saremo di più, il nostro obiettivo è arrivare a 1.600 soci.”

Dunque, lʼobiettivo per ora è il finanziamento, passare dallʼAssociazione Culturale alla Società per Azioni Popolare, mettendo in vendita le azioni – da una a massimo cinque – per partecipare alla gestione. Domani ci sarà la vendita allʼasta delle opere offerte dagli artisti. Ci saranno quelle di Francesco Dalisi e Mimmo Palladino, per citare i più famosi, e lo spartito originale della canzoneChampagne di Mimmo Di Francia. Opere che si potevano già vedere esposte durante lʼinaugurazione di ieri.

Un altro obiettivo è reclutare giovani, dato che al momento il target dei partecipanti è over 35. E soprattutto scrittori, ai quali verrà data visibilità grazie ad ampi spazi dedicati allʼeditoria locale e gli emergenti. Infine, ci sarà anche unʼintera sezione multietnica dedicata alla letteratura straniera e in lingua originale così da venire incontro ai tanti immigrati, srilankesi inclusi.

Ecco dunque un buon esempio di fare rete. Ecco come vanno sfruttate le potenzialità dei social network: si lancia unʼidea, che accomuna ideali e viene condivisa; questʼidea si diffonde a macchia dʼolio, meglio delle friggitorie di patatine degli ultimi tempi. Unisce sforzi e talenti e dallʼunione si arriva al progetto che si tramuta in realtà. Ed è tutto partito da una semplice frase: “Io ci sto”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.