Notizie dall'Italia e dal mondo

Cultura

Va’, metti una sentinella di Harper Lee

(di Sabina De Silva) – Ha fatto molto discutere il  libro recentemente pubblicato di Harper Lee, scritto dieci anni prima de Il buio oltre la siepe, ma ambientato parecchi anni dopo gli eventi narrati nel primo libro. Va’, metti una sentinella si focalizza sulla storia di Jean Louise Finch, meglio conosciuta come Scout, la protagonista bambina del primo libro, ora cresciuta e divenuta una donna di mondo, che vive a New York e che torna saltuariamente e malvolentieri a Maycomb, città che ormai le va stretta, per far visita al padre.

Harper LeePare che il libro sia stato ritrovato nella casa di Harper Lee dal suo avvocato, che ha poi insistito per farlo pubblicare. Le critiche più accese vengono infatti da chi sostiene che il libro sia stato pubblicato per mere ragioni di marketing senza in realtà aver avuto il consenso della Lee, da anni tra l’altro gravemente malata.

Per chi ha amato Il buio oltre la siepe, infatti, restare deluso da questo sequel non è affatto difficile. La narrazione è lenta, non presenta tracce del dinamismo e della verve del suo predecessore. In tutto il libro non succede praticamente nulla: vengono narrati i giorni di vacanza di Jean Louise nella sua città natale intervallati da continui flashback sulla sua infanzia, con scene tra l’altro che si ripetono rispetto al primo romanzo. Un sequel insomma che sembra ancorato alla precedente opera, non riuscendo a staccarsi dalla sua grandezza
Manca inoltre l’impegno sociale e si può dire anche politico de Il buio, proprio quell’impegno  contro la segregazione razziale che ai tempi era valso all’autrice la più alta onorificenza civile statunitense, la Medaglia presidenziale alla libertà per aver “influenzato il carattere del nostro paese in meglio. È stato un dono per il mondo intero. Come modello di buona scrittura e sensibilità umana questo libro verrà letto e studiato per sempre“. Anzi, probabilmente la nota che più ha deluso ed estraniato i suoi lettori è stata che Atticus Finch, l’eroe di tutti, il classico paladino della giustizia, vuoi per la vecchiaia vuoi per altre ragioni, si sia trasformato in un conservatore razzista.

Anche lo stile non è all’altezza della precedente opera: con un uso esagerato e per questo a tratti fastidioso di nomignoli tipo “tesoro, caro, carino, baby” che sembrano stridere fortemente con la personalità sbrigativa e priva di moine della “nostra” Scout e con continui passaggi della narrazione dalla prima alla terza persona senza nessun segno grafico o punteggiatura che faccia capire effettivamente che vi sia stato un cambio di prospettiva narrativa, viene da chiedersi se l’autore delle due opere sia effettivamente lo stesso. Per questo però, possiamo dare la colpa all’inesperienza dell’autrice, di dieci anni più giovane, ricordiamolo, rispetto alla stesura de Il buio.

La narrazione sembra riprendersi nell’ultimo capitolo. Qui l’autrice, con una prova di magistrale sensibilità e profondità, indaga il rapporto padre-figlia, il processo di crescita di una donna, le gioie e le sofferenze che tutti noi proviamo nel momento in cui capiamo che per crescere dobbiamo uccidere i nostri eroi. Insomma, la Lee fornisce un ottimo esempio del complesso di Elettra freudiano, ma, come abbiamo detto, purtroppo è una bravura che risulta solo nelle ultime 30 pagine.

Ricapitolando, se avete amato Il buio oltre la siepe e volete conservare un ricordo ancora immacolato del libro e dei suoi personaggi, sconsiglio vivamente la lettura di Va’, metti una sentinella.

Sabina De Silva

cell. 334 9645446

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.