Ucraina-Russia, Putin apre ai negoziati in Turchia
Nuovo capitolo nella guerra in Ucraina: la Russia rilancia con un’apertura ai negoziati diretti a Istanbul, ma respinge l’ultimatum europeo sul cessate il fuoco. Zelensky: “Serve una tregua immediata. Mentre i leader europei chiedono un cessate il fuoco incondizionato per porre fine alle ostilità in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin lancia la sua contromossa: negoziati “seri” con Kiev a partire dal 15 maggio, ma in Turchia, sotto la mediazione del presidente Recep Tayyip Erdogan. La proposta arriva come risposta indiretta all’ultimatum lanciato ieri da Regno Unito, Francia, Germania e Polonia in visita a Kiev, i quali hanno chiesto una tregua immediata di 30 giorni, minacciando nuove sanzioni e un aumento degli aiuti militari all’Ucraina in caso di rifiuto.
“Parlerò con Erdogan e gli chiederò di fornire una piattaforma per i negoziati con l’Ucraina”, ha detto Putin nella notte tra sabato e domenica, durante una conferenza stampa al Cremlino. “Siamo pronti per negoziati seri dal 15 maggio. Non escludiamo che durante questi colloqui potremo concordare nuovi cessate il fuoco”.
Tuttavia, la proposta russa viene percepita dalle cancellerie europee più come un tentativo di guadagnare tempo che come una reale volontà di pace. Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito l’annuncio di Putin “un primo passo, ma non sufficiente”, ricordando che “un cessate il fuoco incondizionato non può essere subordinato a negoziati”.
Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto alle dichiarazioni del Cremlino, accogliendo con cautela l’apertura al dialogo, ma ribadendo che la condizione preliminare per ogni colloquio è il cessate il fuoco a partire dal 12 maggio. “È un buon segnale che la Russia stia finalmente considerando la fine della guerra – ha dichiarato Zelensky – ma senza una tregua immediata, non ha senso parlare di pace. L’Ucraina è pronta a sedersi al tavolo dei negoziati, ma serve che la Russia dimostri con i fatti di voler fermare le stragi”.
Putin, dal canto suo, ha accusato Kiev di aver violato le tregue precedenti e ha ricordato che già a Istanbul, nel 2022, le delegazioni avevano approvato una bozza di accordo poi “cestinata”. “Nonostante tutto – ha detto – siamo pronti a riprendere i colloqui interrotti e lavorare per una pace duratura, di prospettiva storica”.
Sul fronte internazionale, il primo ministro britannico Keir Starmer ha sottolineato che l’Occidente non resterà a guardare. “Se Putin volta le spalle alla pace – ha detto – collaboreremo con il presidente Trump e con i nostri partner per aumentare la pressione su Mosca, attraverso sanzioni e supporto militare rafforzato all’Ucraina”. In attesa del 15 maggio, data proposta da Mosca per l’inizio dei negoziati a Istanbul, la comunità internazionale guarda ora alla disponibilità della Russia a rispettare la richiesta di cessate il fuoco dal 12, come chiesto da Kiev. La possibilità di un vero dialogo dipenderà da questo primo passo concreto.
“Parlerò con Erdogan e gli chiederò di fornire una piattaforma per i negoziati con l’Ucraina”, ha detto Putin nella notte tra sabato e domenica, durante una conferenza stampa al Cremlino. “Siamo pronti per negoziati seri dal 15 maggio. Non escludiamo che durante questi colloqui potremo concordare nuovi cessate il fuoco”.
Tuttavia, la proposta russa viene percepita dalle cancellerie europee più come un tentativo di guadagnare tempo che come una reale volontà di pace. Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito l’annuncio di Putin “un primo passo, ma non sufficiente”, ricordando che “un cessate il fuoco incondizionato non può essere subordinato a negoziati”.
Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto alle dichiarazioni del Cremlino, accogliendo con cautela l’apertura al dialogo, ma ribadendo che la condizione preliminare per ogni colloquio è il cessate il fuoco a partire dal 12 maggio. “È un buon segnale che la Russia stia finalmente considerando la fine della guerra – ha dichiarato Zelensky – ma senza una tregua immediata, non ha senso parlare di pace. L’Ucraina è pronta a sedersi al tavolo dei negoziati, ma serve che la Russia dimostri con i fatti di voler fermare le stragi”.
Putin, dal canto suo, ha accusato Kiev di aver violato le tregue precedenti e ha ricordato che già a Istanbul, nel 2022, le delegazioni avevano approvato una bozza di accordo poi “cestinata”. “Nonostante tutto – ha detto – siamo pronti a riprendere i colloqui interrotti e lavorare per una pace duratura, di prospettiva storica”.
Sul fronte internazionale, il primo ministro britannico Keir Starmer ha sottolineato che l’Occidente non resterà a guardare. “Se Putin volta le spalle alla pace – ha detto – collaboreremo con il presidente Trump e con i nostri partner per aumentare la pressione su Mosca, attraverso sanzioni e supporto militare rafforzato all’Ucraina”. In attesa del 15 maggio, data proposta da Mosca per l’inizio dei negoziati a Istanbul, la comunità internazionale guarda ora alla disponibilità della Russia a rispettare la richiesta di cessate il fuoco dal 12, come chiesto da Kiev. La possibilità di un vero dialogo dipenderà da questo primo passo concreto.