Trump contro Harris: Il dibattito decisivo verso la Casa Bianca
Si è concluso poco dopo le 4:30 italiane (le 22:30 negli Stati Uniti) il dibattito televisivo tra Donald Trump e Kamala Harris, candidati rispettivamente per il Partito Repubblicano e quello Democratico alla presidenza degli Stati Uniti. Lo scontro, andato in scena al National Constitution Center di Filadelfia, Pennsylvania, uno degli Stati chiave per le elezioni, è stato moderato dai giornalisti David Muir e Linsey Davis di Abc News.
Un incontro storico
A meno di due mesi dal voto dell’Election Day, il dibattito ha rappresentato un momento cruciale per entrambi i candidati. Harris, scesa in campo solo di recente dopo il ritiro di Joe Biden, e Trump, che cerca la rielezione, si sono sfidati su temi di cruciale importanza sia per l’elettorato statunitense che per gli equilibri geopolitici globali. In un’atmosfera inizialmente tesa, i due hanno sorpreso il pubblico con una stretta di mano, la prima a verificarsi in un dibattito presidenziale dal 2016. La Harris, con un gesto distensivo, si è avvicinata a Trump, presentandosi per nome prima di iniziare lo scontro verbale.
Temi chiave del dibattito
Tra i temi trattati, l’economia ha subito dominato la scena. Trump ha difeso la sua politica di tagli alle tasse e deregulation, dichiarando che queste misure hanno rafforzato il mercato del lavoro e stimolato la crescita. Harris ha invece criticato le politiche economiche dell’ex presidente, sottolineando come i benefici siano andati soprattutto ai più ricchi, lasciando indietro la classe media e le fasce più deboli. Sul fronte dell’immigrazione, la visione dei due candidati è risultata diametralmente opposta: Trump ha ribadito la necessità di rafforzare i confini e contrastare l’immigrazione irregolare, mentre Harris ha puntato sulla necessità di un sistema più umano e inclusivo, che dia risposte alle esigenze di rifugiati e migranti.
Politica estera: Russia e Israele al centro
La politica estera è stata un altro dei punti cardine del confronto. Trump ha difeso il suo approccio diretto con la Russia, sottolineando la necessità di mantenere un dialogo aperto per evitare conflitti, mentre Harris ha accusato l’ex presidente di aver adottato una linea troppo morbida con Mosca, compromettendo la sicurezza degli Stati Uniti. Per quanto riguarda Israele, entrambi hanno sottolineato l’importanza dell’alleanza strategica con lo Stato ebraico, anche se Harris ha promesso un approccio più bilanciato, volto a favorire anche una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.
Harris “vincente”
Secondo molti osservatori, Kamala Harris è uscita vincente da questo primo confronto. La sua strategia, improntata sulla difesa dei diritti civili e sociali, unita a un atteggiamento fermo ma pacato, sembra aver convinto una larga fetta di elettorato, in particolare i giovani e le minoranze. Trump, invece, ha puntato sulla sua esperienza passata, cercando di difendere i risultati ottenuti durante il suo mandato e appellandosi a un elettorato conservatore e nazionalista.
Un incontro storico
A meno di due mesi dal voto dell’Election Day, il dibattito ha rappresentato un momento cruciale per entrambi i candidati. Harris, scesa in campo solo di recente dopo il ritiro di Joe Biden, e Trump, che cerca la rielezione, si sono sfidati su temi di cruciale importanza sia per l’elettorato statunitense che per gli equilibri geopolitici globali. In un’atmosfera inizialmente tesa, i due hanno sorpreso il pubblico con una stretta di mano, la prima a verificarsi in un dibattito presidenziale dal 2016. La Harris, con un gesto distensivo, si è avvicinata a Trump, presentandosi per nome prima di iniziare lo scontro verbale.
Temi chiave del dibattito
Tra i temi trattati, l’economia ha subito dominato la scena. Trump ha difeso la sua politica di tagli alle tasse e deregulation, dichiarando che queste misure hanno rafforzato il mercato del lavoro e stimolato la crescita. Harris ha invece criticato le politiche economiche dell’ex presidente, sottolineando come i benefici siano andati soprattutto ai più ricchi, lasciando indietro la classe media e le fasce più deboli. Sul fronte dell’immigrazione, la visione dei due candidati è risultata diametralmente opposta: Trump ha ribadito la necessità di rafforzare i confini e contrastare l’immigrazione irregolare, mentre Harris ha puntato sulla necessità di un sistema più umano e inclusivo, che dia risposte alle esigenze di rifugiati e migranti.
Politica estera: Russia e Israele al centro
La politica estera è stata un altro dei punti cardine del confronto. Trump ha difeso il suo approccio diretto con la Russia, sottolineando la necessità di mantenere un dialogo aperto per evitare conflitti, mentre Harris ha accusato l’ex presidente di aver adottato una linea troppo morbida con Mosca, compromettendo la sicurezza degli Stati Uniti. Per quanto riguarda Israele, entrambi hanno sottolineato l’importanza dell’alleanza strategica con lo Stato ebraico, anche se Harris ha promesso un approccio più bilanciato, volto a favorire anche una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.
Harris “vincente”
Secondo molti osservatori, Kamala Harris è uscita vincente da questo primo confronto. La sua strategia, improntata sulla difesa dei diritti civili e sociali, unita a un atteggiamento fermo ma pacato, sembra aver convinto una larga fetta di elettorato, in particolare i giovani e le minoranze. Trump, invece, ha puntato sulla sua esperienza passata, cercando di difendere i risultati ottenuti durante il suo mandato e appellandosi a un elettorato conservatore e nazionalista.