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Cronaca

Sgomberati dal terremoto: le famiglie puteolane chiedono risposte

Il 15 luglio numerose famiglie di Pozzuoli, sfollate dalle loro case dichiarate inagibili dopo il terremoto del 20 maggio scorso, dovranno lasciare gli alberghi in cui sono state temporaneamente sistemate. Con l’incertezza sul futuro e la preoccupazione per il domani, si trovano a dover affrontare una situazione drammatica, che potrebbe costringerle a trovare rifugio nel palazzetto dello sport di Monterusciello, almeno nella migliore delle ipotesi.
In queste ore le famiglie si stanno coordinando per chiedere una soluzione alla loro situazione. Hanno inviato una lettera accorata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, al Governatore De Luca, al Prefetto Di Bari, al Sindaco di Pozzuoli Manzoni e al Sindaco della Città Metropolitana Manfredi.

La lettera

Nella missiva, le famiglie raccontano la loro vicenda: “Noi siamo tra le famiglie fortunate che sono riuscite a essere collocate nelle strutture alberghiere fino al prossimo 15 luglio e famiglie meno fortunate che ancora non hanno un tetto. Nei giorni scorsi abbiamo preso atto dell’emanazione di un apposito decreto che impegna tutta la filiera istituzionale a sostenere le famiglie attualmente sfollate con un contributo economico per l’autonoma sistemazione. Siamo consapevoli dello sforzo economico cui si sta facendo fronte, ma allo stesso tempo vorremmo porre alla vostra attenzione la contraddizione che si sta sviluppando nelle aree immediatamente fuori dalla zona rossa”.

Aumento dei canoni di locazione

Gli sfollati evidenziano come, già nelle settimane successive al terremoto, si sia verificato un aumento inaspettato dei canoni di locazione nelle zone limitrofe al cratere bradisismico, aree ad alta vocazione turistica. “Come sarà chiaro a voi tutti, noi non abbiamo alcuna intenzione di fare vacanze estive, dopo questi mesi di esistenza sospesa non ne abbiamo alcuna forza, piuttosto riteniamo e pretendiamo che venga riconosciuta la nostra dignità”. Le famiglie raccontano le difficoltà quotidiane vissute: “Abbiamo vissuto per mesi lottando per riuscire ad andare a lavoro o portare i nostri figli a scuola, cercando di mantenere un’apparente normalità. Le nostre case sono chiuse, inaccessibili, come i nostri arredi, i giocattoli dei nostri figli e le nostre cose, reperibili solo quando le agibilità verranno ripristinate. Questo è un processo che richiede tempi lunghi e risorse ingenti”.

La scadenza imminente

Il problema più urgente è il termine fissato per il 15 luglio: “Stiamo continuando a ricevere telefonate da parte di funzionari comunali che sollecitano la compilazione delle domande per l’autonoma sistemazione avvertendoci che entro il 15 luglio dovremo lasciare gli alberghi che ci ospitano. Forse non è chiaro che il 15 luglio è ‘domani’ e noi non abbiamo dove andare. Centinaia di persone saranno lasciate per strada con la promessa di qualche centinaia di euro che non riusciranno ad utilizzare per trovare una casa”.

Le difficoltà economiche

Caparre da versare, mobili da comprare, contratti brevissimi e prezzi alle stelle sono solo alcune delle difficoltà che le famiglie stanno affrontando. “Sapete quali sono i costi per trovare un’autonoma sistemazione tra fitti anticipati, agenzie immobiliari e mobili? Si è compreso che le uniche soluzioni reperibili sul mercato con queste caratteristiche sono case vacanza da migliaia di euro a settimana? Il 15 luglio per molti di voi significa vacanza, non per noi. Non chiediamo elemosine tanto meno svendiamo la nostra dignità. Come cittadini italiani pretendiamo rispetto”.

Le famiglie chiedono un’immediata proroga per la sistemazione alberghiera e l’estensione della stessa a tutti coloro che ancora non sono stati sistemati. “Siamo umani e non bestie da mandare a pascolare nei prati. Chiediamo pertanto immediata proroga per la soluzione alberghiera ed estensione della stessa per tutti coloro che ancora non sono stati sistemati. Infine, se siete così bravi a trovare un’autonoma sistemazione nelle nostre condizioni, fatelo voi per tutti noi, ma fatelo prima del 15 luglio”. Il problema di queste famiglie si era già manifestato il 30 giugno scorso, quando era stato fissato il precedente termine per lasciare le strutture ricettive. In seguito alla denuncia di NapoliToday, Regione e Federalberghi avevano prorogato di due settimane la convenzione per accogliere gli sfollati. Tuttavia, questa proroga si è rivelata troppo breve per permettere alle persone di trovare una sistemazione adeguata.

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