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Serie A: il punto sulla 6 giornata

NAPOLI (di Luigi Tomasone) – La sesta giornata del massimo campionato italiano di calcio va in archivio, e ora, per il dispiacere di tutti i calciofili, bisognerà attendere ben due settimane affinchè si riprenda a giocare, causa la sosta per le nazionali. Questo turno di Serie A, il quinto effettivo, ha delineato, come ci si aspettava, un quadro della situazione più chiaro per quanto concerne la forza delle squadre impegnate. Erano infatti due i big-matches che la giornata offriva: Inter-Napoli e Juventus-Milan. Il risultato finale non ha fatto altro che confermare i problemi palesati sin qui dalle milanesi, le presunte padrone del campionato, e rilanciare fortemente in chiave scudetto le quotazioni di Napoli e Juventus. Se però per gli azzurri si tratta di un’ennesima conferma, sulla falsariga della passata stagione, per i bianconeri di Conte trovarsi primi in classifica rappresenta una bella novità considerando il fatto che è in atto un progetto nuovo, a partire dalla società per finire ai giocatori passando per l’allenatore. Una scommessa fino ad ora vinta. Bisogna comunque sottolineare il fatto che la Juve quest’anno non partecipa a nessuna competizione europea, fattore questo da non sottovalutare: un solo impegno settimanale non può che portare benefici al fisico e alla mente.

Un accenno alla partita di San Siro è doveroso. Premesso che il Napoli ha dimostrato di essere una grande squadra, andando a colpire definitivamente l’Inter nella ripresa e amministrando il gioco a suo piacimento, bisogna pur dire che la gara, con il pessimo arbitraggio del sig.Rocchi già nella prima frazione è stata chiaramente indirizzata su un certo binario. L’errore più grave a mio avviso è stato il cartellino giallo a Obi per un intervento pulitissimo a centrocampo su Lavezzi, per di più l’arbitro era posizionato benissimo e poteva essere aiutato dal fatto che il pallone è rimasto fermo, segno evidente dell’entrata pulita e netta sul pallone. Il rigore era poi da non assegnare in quanto in fallo, stavolta da giallo, iniziato nettamente fuori area: il guardalinea, che poteva intervenire, evidentemente dormiva come spesso accade sui campi italiani. Chiaramente questi fattori incidono da un punto di vista psicologico sui giocatori, ritrovatisi per di più sotto di un gol e in inferiorità numerica. Sicuramente forse i nerazzurri potevano dare qualcosa in più nella ripresa, dove hanno mostrato poca cattiveria e una quasi arrendevolezza. Ma c’è da dire anche che per una squadra che sta cercando a fatica di uscire da una crisi iniziale, con giocatori non più brillanti come due anni fa, con tutto quanto accaduto nel primo tempo, con l’uomo in meno contro un Napoli oliato ormai da anni e con giocatori giovani e in grande forma, riuscire a recuperare o addirittura ribaltare il risultato era impresa assai ardua. Il primo tempo ha comunque detto che entrambe le squadre saranno protagoniste fino alla fine.

Allo Juventus Stadium di Torino, i bianconeri hanno sconfitto il Milan per 2-0. Entrambe le segnature sono arrivate nei minuti finali, non per caso, ma a coronamento di una bellissima prestazione da parte degli uomini di Conte. Il Milan? Non pervenuto. I rossoneri potevano contare sul rientro in campionato di Ibra e di Boateng, ma nonostante ciò, non si sono resi quasi mai davvero pericolosi, salvo una mezza occasione nella ripresa. La Juventus ancora una volta ha giocato con grande intensità, marchio di fabbrica del suo allenatore, con la novità del modulo, un 4-2-3-1 molto equilibrato, con Vidal e Marchisio abili ad inserirsi e a creare una gabbia protettiva per Pirlo. Anche Vucinic, schierato da terminale offensivo, ha lasciato intravedere ottime cose, sfiorando il gol. Quest’ultimo è arrivato, come detto, solo all’88’, con Marchisio, aiutato da una carambola sui suoi piedi; il sigillo finale, ancora del 25enne centrocampista con un tiro al volo da fuori che, se non fosse stata per la papera di Abbiati in stile Dida, sarebbe stato bloccato facilmente. Tant’è che la Juve ha meritato i 3 punti e si candida ad un ruolo da protagonista. I bianconeri guidano ora la classifica a 11 punti assieme all’Udinese.

Quasi di nascosto, anche la Roma ha raggiunto le zone alte della classifica, a dimostrazione di come, con i 3 punti a vittoria, sia facile recuperare terreno. Ai giallorossi sono bastati infatti due successi consecutivi per portarsi a quota 8, ultimo in ordine di tempo quello sull’Atalanta nell’anticipo delle 18 di sabato. Un 3-1 che sancisce la prima gioia casalinga ma che non deve far pensare ad una vittoria netta: i bergamaschi hanno infatti creato molti pericoli alla retroguardia capitolina, andando a segno sul 2-0 e continuando ad attaccare con decisione, salvo poi arrendersi al terzo gol della Roma. Luis Enrique può dunque approfittare di questa sosta per lavorare, seppur più serenamente, sulla fase difensiva che ha lasciato intravedere delle lacune preoccupanti. L’altra romana, la Lazio, è riuscita ad espugnare il Franchi di Firenze per 2-1, in una partita che forse meritava di terminare in parità, date le numerose occasioni da gol dei viola in particolare nella ripresa, quando Klose, con un guizzo dei suoi, ha dato la vittoria ai biancocelesti. Da questa partita emergono ancora una volta le grandi qualità di Cerci, il migliore dei suoi, e dello stesso centravanti tedesco, il quale si sta rivelando un grande acquisto e certamente darà una grossa mano alla causa laziale.

Uno sguardo alle altre squadre. L’Udinese balza agli onori della cronaca per l’ennesima vittoria, stavolta ai danni del Bologna: 2-0 il risultato finale per gli uomini di Guidolin e un netto predominio territoriale. La favola prosegue e, nonostante la cessione dei suoi gioielli questa estate, i friulani si ritrovano in testa alla Serie A in coabitazione con la Juventus, squadra ben più blasonata. Altra piacevole sorpresa, ma anche conferma, è il Cagliari, una squadra le cui prestazioni sembrano prescindere da chi siede in panchina. Negli ultimi tempi Cellino ha cambiato diversi allenatori, ma i giocatori sembrano non risentirne: il segreto è il collaudatissimo impianto di gioco, da anni ormai il modulo è sempre il 4-3-1-2 e gli interpreti non sono cambiati, eccetto la punta centrale, ora Thiago Ribeiro. Il Parma centra la seconda vittoria stagionale, ancora in casa, avendo la meglio sul Genoa per 3-1: mattatore, tanto per cambiare, Giovinco, scarto juve ed ora punto di forza dei ducali e chissà magari in futuro della nazionale. La “formica atomica” ha segnato due gol e dato il la al terzo, di Morrone: ora guida la classifica marcatori a quota 5, con Palacio. Il Cesena ottiene un solo punto, il primo, nel pareggio interno a reti bianche con il Chievo: la posizione di Giampaolo è in bilico, anche perchè col potenziale offensivo che si ritrova i romagnoli dovrebbero occupare migliori posizioni. Nell’anticipo delle 12.30, infine, rocambolesco pareggio 3-3 tra Novara e Catania sul sintetico del “Piola”, con gli etnei che sembravano poter gestire il vantaggio nel primo tempo e che invece, nella ripresa, hanno rischiato addirittura di perdere per 3-2, salvo poi aggiustare le cose grazie al gol allo scadere di Gòmez, il migliore dei suoi. Alle 12,30, un abbondante antipasto.

 

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