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Editoriali

Scuola a 5 stelle, pensione completa o mezza pensione?

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo) – La merendina del pomeriggio, chi può mangiarla? Ma tutti è chiaro. Invece no. Ci sono famiglie che decidono di rinunciare. Accade nel Comune di Pomezia. Ma d’altronde si sa, i privilegi sono di pochi. La storia ce lo insegna.

Mensa scolastica, bambini a scuolaSono solo 44 centesimi di differenza. Secondo il blog di Grillo addirittura sarebbero le famiglie meno abbienti che decidono di avere quel dolce pomeridiano. Una discriminazione al contrario, un po’ come se si decidesse di dormire in un albergo e rinunciare a fare la prima colazione, e secondo cui andresti a pagare in più. Follìa. Ma immaginiamo la scena: bambini che mangiano la caramella (per es.) e bambini che guardano. Una sensazione di amarezza, ma quando è la scuola che crea le condizioni, l’amarezza cresce.

A “tuonare” non sono solo “i giornalisti di sinistra” (terminologia che apparteneva ai berlusconiani qualche tempo fa) ma le istituzioni, che si sentono chiamate moralmente in causa: “«Permettetemi di fare un appello contro quell’ignobile scelta del Comune di Pomezia che nega ai bambini più poveri il dolce alla mensa e lo dà a quelli più ricchi che pagano la retta. È una vergogna», dice il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, nel corso della presentazione in Regione dei progetti vincitori del Bando «Un taglio alla povertà». La vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, ed il collega senatore del Pd, Raffaele Ranucci, parlano di «scelta inaccettabile» e di «cultura discriminatoria» da parte del Movimento 5 stelle che arriva al punto di far subire a dei bambini nell’età più delicata l’esperienza più terribile – affermano in una nota congiunta -: la diseguaglianza sociale».

E pur la scuola sostituiva la famiglia in assenza dei genitori, inizieremmo a sperare che ciò non accada.

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