Scontro tra i candidati, Lettieri nella morsa
NAPOLI (di Ottavio Lucarelli) – Gianni Lettieri sulla graticola. Mario Morcone del centrosinistra lo punzecchia: «Mentre correvi la maratona io ero a Scampia». Raimondo Pasquino del Terzo polo usa la sciabola quando si parla di candidati imputati, trasformisti e seguaci di Hitler nelle liste del centrodestra: «Caro Lettieri, hai una visione alterata della democrazia». E così a Lettieri, dopo un’ora di confronto, saltano i nervi. Davanti a duecento persone batte due volte il pugno sul tavolo: «Questo non te lo consento. Metterò sotto osservazione le liste del Terzo polo e del Pd. E vedremo». Con Pasquino che ribatte: «Vedremo cosa?». Mentre in ultima fila lo spin doctor di Lettieri, Claudio Velardi, si mette le mani sugli occhi.
È il momento più intenso del confronto fra tre dei quattro candidati a sindaco (assente per precedenti impegni Luigi De Magistris di Idv) invitati dall’associazione “Etica pubblica” nella Facoltà teologica in via Petrarca. A fare gli onori di casa Lorenzo Zoppoli, a moderare c’è il direttore del Mattino Virman Cusenza. Una stretta di mano a tre, poi la bagarre.
Un confronto pirotecnico, quarantadue risposte in cento minuti. Ognuno arriva con il proprio staff, in sala tanti professori universitari e osservatori. Lettieri ha alcuni fogli in una cartellina bianca, Morcone il depliant con i suoi “dieci punti”, Pasquino l’opuscolo colorato presentato in mattinata assieme alla lista civica “La città”.
Il primo confronto. Lettieri vuole una legge speciale e punta su un Comuneazienda, al punto che due volte parla di “consiglio di amministrazione” anziché di “consiglio comunale”. Propone di chiudere le società comunali in passivo per creare al loro posto alcune società immobiliari e di mandare in prepensionamento cinquemila dipendenti per assumere mille giovani. Vuole creare un campo di golf a Bagnoli e spedire i rifiuti di Napoli «in una discarica irpina a Lacedonia». Rivela che il Comune è in dissesto ma che ha scelto di «non mandare a casa in anticipo la Iervolino perché un commissario avrebbe dichiarato il fallimento di Palazzo San Giacomo mettendo in crisi centinaia di aziende creditrici». E i problemi giudiziari del principale sponsor di Lettieri, Nicola Cosentino? «Sono fatti suoi, decide il partito. Io non sono un politico».
Morcone ha una visione opposta. No alla legge speciale. Punta sull’acqua pubblica, su due holding per i servizi, sul «no all’inceneritore a Napoli est», su una «verifica della gestione del patrimonio comunale da parte della Romeo», sull’assunzione dei candidati “idonei” all’ultimo concorso. E il manifesto dei trasformisti per Lettieri? «Una fetenzia». Poi tante punzecchiature: «Caro Lettieri, non avevate i numeri in consiglio comunale per mandare a casa la Iervolino». E il candidato Pdl: «Li avevamo, ma uno ha sbagliato a firmare». Un pasticcio scoperto un mese e mezzo fa dal prefetto Andrea De Martino.
Pasquino dice anche lui “no” all’inceneritore in città e “no” alla legge speciale. Cita il libro “Robin Hood a Palazzo San Giacomo” dell’ex assessore Riccardo Realfonzo e punta il candidato Pdl: «Lettieri, non si gioca con le istituzioni. Il dissesto in Comune, se c’è, va dichiarato per legge».
Tutti d’accordo su due punti: «abbattere le Vele»; «resteremo comunque in consiglio comunale». E il ballottaggio? Morcone non esclude un’alleanza con il Terzo polo, ma Pasquino rilancia: «Io ho sempre vinto». Infine i voti alla Iervolino. Quattro più da Pasquino, zero da Lettieri, senza valutazione da Morcone. (Repubblica)